La svolta nel caso di Mimì Manzo, l’operaio scomparso nel nulla la sera dell’8 gennaio di quattro anni fa a Prata Principato Ultra, è arrivata. E le accuse che la Procura della Repubblica di Avellino ha avanzato nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato ai tre indagati aiutano a ricostruire parzialmente quanto potrebbe essere accaduto. Saranno importanti per avere un quadro completo tutti gli atti dell’indagine coordinata dal Procuratore Domenico Airoma e dalla pm Lorenza Recano e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Avellino, così come anche un accertamento tecnico molto atteso, quello del Ris di Roma sul Suv in uso quella sera da Loredana Scannelli.
Le accuse a Romina
Le accuse nei confronti di Romina Manzo, la figlia di Mimì, sono state ridimensionate rispetto alle ipotesi iniziali, contestate da Procura e Carabinieri. Romina è accusata di aver aiutato Alfonso Russo e Loredana Scannelli a eludere le investigazioni. Come? Secondo le indagini, la giovane avrebbe riferito ai militari della stazione di Pratola Serra, intervenuti subito dopo la segnalazione della scomparsa, che le ricerche per ritrovare il padre erano iniziate alle 22:15 del 9 gennaio 2021, ma solo con Alfonso Russo. Tuttavia, in un secondo momento, quando è stata ascoltata in merito, il 17 gennaio 2021, ha rettificato la dichiarazione, precisando che le ricerche erano iniziate la sera precedente, l’8 gennaio, oltre che con Alfonso anche con Loredana.
Le indagini dei Carabinieri, supportate dall’analisi dei tabulati telefonici e dalle immagini delle telecamere di video-sorveglianza, hanno invece rivelato che Russo e Scannelli si sono sentiti telefonicamente alle 22:32 e alle 22:40 (escludendo quindi che fossero insieme alle 22:15). I due si sarebbero poi incontrati alla Chiesa dell’Annunziata, allontanandosi in direzione Avellino e facendo ritorno a Prata Principato Ultra solo dopo la mezzanotte. Un altro dettaglio emerso riguarda la telefonata di Francesco Manzo (fratello di Romina), che secondo quanto dichiarato dalla sorella, avrebbe cercato di contattare il padre alle 22:15 dello stesso giorno. Tuttavia, dai tabulati telefonici risulta che la prima chiamata di Francesco a Mimì è avvenuta alle 23:02 dal telefono della stessa, mentre quella successiva risulta alle 23:20 dal telefono di Manzo Francesco. Queste incongruenze sono al centro delle accuse rivolte a Romina.
Le accuse a Russo e Scannelli
Le accuse nei confronti di Alfonso Russo e Loredana Scannelli sono più gravi. Entrambi sono accusati di sequestro di persona in concorso. Secondo gli inquirenti, Mimì Manzo si sarebbe infuriato con la figlia per aver organizzato una festa durante le restrizioni imposte per il contrasto alla pandemia da Covid-19. Una festa che si sarebbe tenuta nella sua abitazione in via Padre Sementa nel corso della quale gli invitati avrebbero anche consumato sostanze stupefacenti e alcool. Dopo l’alterco con la figlia, Mimì avrebbe lasciato la casa intorno alle 21:45. Pochi minuti dopo, in orario successivo e prossimo alle 21:57, sarebbe stato raggiunto da Alfonso Russo, e, successivamente, intorno alle 22:10, da Loredana Scannelli. Secondo gli inquirenti, intorno a quell’ora, i due avrebbero sequestrato l’operaio.
I tre indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere ancora ascoltati, ora che le accuse a loro carico sono definite.