Carceri, sovraffollamento al limite dell’emergenza: i dati anche nella relazione della Corte dei Conti

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Carcere_Ariano_Irpino

AVELLINO- Nelle carceri irpine e della Campania c’è un sovraffollamento record che supera il cento per cento. È quanto emerge nei dati del Ministero della Giustizia richiamati dalla Corte dei conti nella relazione “Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri”, approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato con Delibera n. 42/2025/G. I dati riferito sono quelli aggiornati al 31 agosto 2024 da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

IN IRPINIA
Nel carcere Pasquale Campanello di Ariano Irpino a fronte di una capienza regolamentare di 276 detenuti ne sono presenti 320, di cui 51 stranieri. La percentuale del sovraffollamento e’ del 115,9%. Nel carcere Antimo Graziano di Avellino-Bellizzi, a fronte di una capienza regolamentare di 503 detenuti ne sono presenti alla data del 31 agosto 2024 627, di cui 39 donne e 60 stranieri, con un sovraffollamento del 124,6%. Nel carcere di Sant’ Angelo dei Lombardi, a fronte di una capienza di 124 posti ne sono presenti 175, 20 detenuti sono stranieri, una percentuale di sovraffollamento del 141%. Nei 15 istituti penitenziari della Campania il numero di detenuti dovrebbe essere di 5927 invece alla data indicata ne sono 7854, una percentuale di sovraffollamento del 127,9%.

LA DELIBERA DELLA CORTE DEI CONTI
A dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, l’analisi sullo stato di attuazione del “Piano Carceri” evidenzia situazioni critiche di sovraffollamento carcerario che – soprattutto in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia – assumono contorni ai limiti dell’emergenza, anche alla luce dei dati del Ministero della Giustizia.Accanto alla necessità legata alla creazione di nuovi posti detentivi, si legge nel documento, emergono la mancata realizzazione di numerosi interventi e l’urgenza di completare quelli di manutenzione straordinaria già avviati, per migliorare le condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di trattamento all’interno degli istituti.
Molteplici, secondo la Corte, le cause dei ritardi: dalle inadempienze contrattuali da parte delle imprese, ai mutamenti repentini delle esigenze detentive rispetto al passo dei lavori, fino alle carenze nei finanziamenti necessari per attuare le modifiche progettuali, con la necessità – è il richiamo ulteriore dei giudici contabili – di applicare il principio dell’individualizzazione della pena, che impone una corretta collocazione dei detenuti all’interno delle strutture in base alla loro condizione giuridica e alle esigenze trattamentali.
All’Amministrazione si è pertanto raccomandato, chiude il documento, di predisporre fin dall’inizio stime realistiche dei costi, accompagnate da una pianificazione efficace delle risorse e dalla definizione di linee guida per le strutture penitenziarie, coerenti con gli standard minimi europei e internazionali. Al nuovo Commissario straordinario si chiede di tenere conto delle criticità emerse dall’indagine e di assicurare un attento monitoraggio degli interventi nel rispetto dei cronoprogrammi procedurali e finanziari, per evitare ulteriori ritardi e criticità operative.