Carceri, prosegue lo stato di agitazione dei sindacati di polizia penitenziaria

0
1024

Sinappe, Osapp, Uil, Uspp, Cisl, Cgil e Cnpp, organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del corpo di Polizia Penitenziaria, manifestano “il più vivo rammarico ed insoddisfazione per lo stato d’immobilismo dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale e Centrale, alla soluzione delle non più sostenibili condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso gli istituti ed i servizi della Campania”.

La Polizia Penitenziaria della Regione Campania reclama e lamenta:

1. La GRAVE CARENZA DELL’ORGANICO di Polizia Penitenziaria, che comporta estenuanti turnazioni di lavoro, perché costretti a coprire più posti di servizio contemporaneamente, con sovrabbondanti e insostenibili carichi di lavoro. Istituti penitenziari e Nuclei traduzioni ai limiti del collasso, con carichi di lavoro non più fronteggiabili con gli attuali organici, ben al di sotto delle piante organiche già sottodimensionate, con inevitabili ripercussioni sulle pessime condizioni lavorative ed organizzative dei poliziotti penitenziari. Impossibilità di sottoscrivere accordi decentrati sulle organizzazioni del lavoro che non siano lesive dei diritti del personale a cui si chiedono costantemente ulteriori sacrifici, limitandone finanche il godimento dei diritti soggettivi. Eccessivo ricorso al lavoro straordinario, talvolta senza la necessaria copertura finanziaria, che ormai è diventata la regola per fronteggiare la costante emorragia di personale e l’esponenziale aumento dei carichi di lavoro.

2. La PRECARIETA’ E PRESSOCHE’ INESISTENZA DELLE RELAZIONI SINDACALI CON IL PROVVEDITORE REGIONALE, con la puntuale disapplicazione degli accordi sindacali ed il mancato rispetto degli impegni assunti con le OO.SS., con sistematici riscontri evasivi, per niente risolutori e non collimanti con le problematiche rappresentate nelle note sindacali congiunte. Violazioni del P.I.R. con modifiche organizzative non concordate con le rappresentanze dei lavoratori, sintomi di un’attività amministrativa sempre più confusa e convulsa.

3. Le AGGRESSIONI AL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA che si ripetono con una frequenza allarmante, con gli agenti offesi, oltraggiati e feriti per mantenere l’ordine e la sicurezza degli istituti, sempre più compromessa da mancanza di uomini, mezzi e risorse. Sempre più spesso nelle carceri campane contiamo gravissimi eventi critici che vedono spesso soccombere i poliziotti penitenziari, sempre più isolati e privi di adeguati strumenti di difesa. A ciò si aggiunge una inefficace gestione dei detenuti più facinorosi e riottosi, protagonisti di eventi critici ed intolleranti alle regole, con risposte sanzionatorie e disciplinari inefficienti e non adeguate.

4. SALUBRITA’ E IDONEITA’ DEI LUOGHI DI LAVORO che garantiscano dignitose condizioni lavorative a tutto il personale di Polizia Penitenziaria, spesso costretto ad espletare i già gravosi turni di servizio in luoghi insalubri e insicuri. Agenti costretti a consumare un fugace pasto sulle postazioni di servizio per impossibilità di ricevere il cambio. Locali mensa spesso inadeguati, privi dei necessari sistemi di areazione e climatizzazione, con distribuzione di acqua e alimenti ai limiti della tollerabilità.

5. Inefficacia della SANITA’ PENITENZIARIA, che si sostanzia in una incapacità gestionale dei detenuti psichiatrici ristretti nelle ordinarie sezioni detentive a seguito della chiusura degli O.P.G. e del fallimento dell’istituzione delle R.E.M.S., poche e non adeguate alla ricezione dei detenuti ivi assegnati. Frequente ricorso ai ricoveri esterni dei detenuti anche per esami o accertamenti di routine che potrebbero esse eseguiti presso idonei centri clinici all’interno degli istituti penitenziari, con conseguente risparmio in termini di risorse umane ed economiche.

6. STATO DI PRECARIETA’ DEI DIRETTORI E DEI COMANDANTI DI REPARTO, nei vari istituti e servizi della Campania, privi di titolarità nella funzione. Alcuni tra i più grandi istituti penitenziari della Regione (Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere, Carinola, Avellino) sono da diversi mesi privi dei Comandanti di Reparto titolari o con Direttori reggenti, con una precarietà che ne limita il regolare svolgimento delle funzioni, privando il personale di fondamentali punti di riferimento.

7. ISTITUTI E SERVIZI PER LA GIUSTIZIA MINORILE E PER L’ESECUZIONE PENALE ESTERNA, con organici non più sufficienti per l’espletamento dei carichi di lavoro vertiginosamente aumentati a seguito della riforma legislativa che ha innalzato il limita di età dei detenuti ivi ristretti a 25 anni. Mancanza di personale per le traduzioni dei detenuti minorenni, nonché per il funzionamento dei Nuclei U.E.P.E. che stentano a decollare anche per la mancanza di idonee strutture ed uffici adeguati alle nuove competenze.

I sindacati dichiarano la prosecuzione dello stato di agitazione indetto il 9 febbraio scorso a cui seguirà una manifestazione con presidio in sit-in e volantinaggio dinanzi al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per esternare il proprio legittimo dissenso e forzare lo stagnante e perdurante immobilismo.