Carceri, appello dei garanti territoriali al Presidente della Repubblica

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Di seguito il testo dell’appello della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della
libertà, condiviso dai Garanti nominati da Regioni, Province e Comuni. Per la provincia di Avellino è stato firmato da Carlo Mele:

“I primi casi di positività al virus Covid-19 registrati in alcuni istituti penitenziari, hanno riportato
l’attenzione sui rischi connessi alla sua possibile diffusione in carcere, dove le misure di prevenzione
prescritte alla popolazione in libertà non possono essere rispettate in condizioni di sovraffollamento,
come ieri ha detto anche Papa Francesco. Come più volte raccomandato dal Garante nazionale delle
persone private della libertà, e indicato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità e dal
Comitato europeo per la prevenzione della tortura, sono necessari importanti interventi deflattivi della
popolazione detenuta che consentano la domiciliazione dei condannati a fine pena e la prevenzione e
l’assistenza necessaria a quanti debbano restare in carcere.
I provvedimenti legislativi presi dal Governo sono largamente al di sotto delle necessità. Se anche
raggiungessero tutti i potenziali beneficiari (6000 detenuti, secondo il Ministro della Giustizia),
sarebbero insufficienti, come recentemente sottolineato dal Consiglio superiore della magistratura,
dall’Associazione nazionale magistrati, dall’Unione delle Camere penali e dall’Associazione dei
docenti di diritto penale. Con quelle misure non solo non si supera il sovraffollamento esistente
(formalmente di 7-8000 persone, sostanzialmente di almeno diecimila), ma non si garantisce il
necessario distanziamento sociale richiesto a tutta la popolazione per la prevenzione della
circolazione del virus. Servono, e urgentemente, ulteriori misure, di rapida applicazione, che portino
la popolazione detenuta al di sotto della capienza regolamentare effettivamente disponibile.
Noi, Garanti delle persone private della libertà nominati dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni
italiani, impegnati tutti i giorni sul campo, fianco a fianco con i magistrati di sorveglianza, dirigenti
e operatori penitenziari e della sanità pubblica, del volontariato e del terzo settore, anche nella
individuazione di mezzi e risorse necessarie per l’accoglienza dei condannati ammissibili alla
detenzione domiciliare, facciamo dunque appello al Presidente della Repubblica, quale supremo
garante dei valori costituzionali in gioco, ai Sindaci e ai Presidenti delle Regioni, delle Province e
delle Aree metropolitane di cui siamo espressione e ai Parlamentari della Repubblica, affinché
nell’esame del decreto-legge contenente le norme finalizzate alla riduzione della popolazione
detenuta vengano adottate misure molto più incisive e di pressoché automatica applicazione, in grado
di portare nel giro di pochi giorni la popolazione detenuta sotto la soglia della capienza regolamentare
effettivamente disponibile”.