Calvizie comune: quali sono le opzioni di trattamento?

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La calvizie comune, scientificamente nota come alopecia androgenetica, è una condizione diffusa che colpisce sia uomini sia donne, sebbene con manifestazioni e incidenze diverse (negli uomini è più comune).

Questa condizione, caratterizzata da una perdita di capelli più o meno importante, è legata principalmente a fattori genetici e ormonali, con un ruolo predominante del diidrotestosterone (DHT), un derivato del testosterone che contribuisce alla miniaturizzazione progressiva dei follicoli piliferi. La riduzione del diametro dei capelli e il progressivo diradamento nelle aree tipiche, come la corona o la linea frontale negli uomini e il vertice nelle donne, sono segni distintivi di questa condizione.

L’alopecia androgenetica non rappresenta in sé un problema per quanto riguarda la salute fisica; non la si può considerare infatti una patologia, bensì una condizione parafisiologica che influenza l’estetica della persona.

Tuttavia, l’importanza di affrontare la calvizie va oltre l’aspetto estetico, poiché per molte persone essa ha un impatto psicologico negativo non indifferente.

Esistono diverse opzioni per gestire questa condizione, ognuna con determinate caratteristiche e indicazioni. Tra le soluzioni disponibili si ricordano per esempio le protesi capillari, i trattamenti farmacologici con minoxidil e finasteride e il trapianto di capelli, una soluzione chirurgica. Per approfondimenti relativi al trapianto si può consultare l’articolo pubblicato su repubblica.it che lo illustra nelle sue varie fasi.

Di seguito, una breve analisi delle sopra citate opzioni, con particolare attenzione al trapianto di capelli, che rappresenta attualmente la soluzione più duratura per contrastare la calvizie.

La protesi capillare: una soluzione non chirurgica

Le protesi capillari rappresentano una soluzione non chirurgica e immediata per chi desidera coprire aree di calvizie o mascherare il diradamento. Si tratta di sistemi personalizzati composti da una base su cui vengono applicati capelli sintetici o naturali. Le protesi possono essere fissate al cuoio capelluto tramite adesivi specifici o clip e vengono progettate per integrarsi con i capelli naturali del paziente, garantendo un aspetto alquanto realistico.

I vantaggi principali includono la rapidità di applicazione, la possibilità di personalizzazione e l’assenza di rischi chirurgici. Tuttavia, è importante considerare che l’utilizzo prolungato può richiedere una manutenzione frequente e, talvolta, la necessità di sostituire la protesi per mantenerne l’effetto estetico ottimale. Inoltre, la percezione di un dispositivo esterno sul cuoio capelluto potrebbe non essere accettata da tutti.

I trattamenti farmacologici: minoxidil e finasteride

I trattamenti farmacologici costituiscono un approccio efficace per rallentare la progressione della calvizie e, in alcuni casi, favorire la ricrescita dei capelli. I due farmaci più utilizzati sono il minoxidil e la finasteride.

Originariamente sintetizzato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa (pressione alta), il minoxidil è un farmaco topico (ovvero che viene applicato localmente) disponibile in diverse concentrazioni (2% e 5%), che agisce migliorando la circolazione sanguigna nel cuoio capelluto e stimolando i follicoli piliferi in fase di miniaturizzazione. L’applicazione regolare di questo principio attivo può portare a risultati visibili nel giro di alcuni mesi, ma l’effetto è temporaneo e richiede un uso continuo per mantenere i benefici.

La finasteride, invece, è un farmaco da assumere per via orale che agisce inibendo l’enzima 5-alfa reduttasi, responsabile della conversione del testosterone in DHT. Questo meccanismo riduce i livelli di DHT, rallentando la miniaturizzazione follicolare. La finasteride è efficace soprattutto negli uomini e richiede una prescrizione medica. Va sottolineato che alcuni pazienti possono sperimentare effetti collaterali di non poco conto, come calo della libido o disfunzione erettile, seppure si tratti di casi abbastanza rari.

Trapianto di capelli: le tecniche FUE, Min Time FUE e FUSS

Il trapianto di capelli rappresenta attualmente la soluzione più avanzata e definitiva per chi desidera affrontare la calvizie in modo duraturo. Questa procedura chirurgica prevede il prelievo di unità follicolari da aree donatrici, solitamente la nuca e/o i lati della testa, e il loro innesto nelle zone diradate o calve. Le tecniche più comuni sono la FUE (Follicular Unit Extraction), la Min Time FUE e la FUSS (Follicular Unit Strip Surgery).

Tecnica FUE – La FUE è una tecnica di microchirurgia che prevede l’estrazione individuale delle unità follicolari tramite strumenti di precisione. Ogni follicolo viene prelevato senza lasciare cicatrici lineari, rendendo questa opzione ideale per chi desidera un recupero rapido e un risultato naturale. La FUE richiede una grande manualità da parte del chirurgo e può essere effettuata in una o più sessioni, a seconda dell’estensione della calvizie.

Tecnica Min Time FUE – La Min Time FUE può essere considerata come un’evoluzione della tecnica FUE, caratterizzata da un’ottimizzazione dei tempi di intervento per ridurre al minimo il tempo che i follicoli trascorrono fuori dal corpo prima di essere reimpiantati. Questo approccio migliora la vitalità dei follicoli e aumenta le probabilità di attecchimento, garantendo un risultato ancora più soddisfacente.

Tecnica FUSS – La FUSS, invece, prevede il prelievo di una striscia di cute dall’area donatrice, da cui vengono poi estratte le unità follicolari. Questa tecnica è in genere meno costosa rispetto alla FUE, ma lascia una cicatrice lineare che può risultare visibile in caso di capelli molto corti. Tuttavia, la FUSS consente di prelevare un numero elevato di follicoli in una singola sessione, rendendola una scelta valida per casi di calvizie avanzata.

Considerazioni sul post-operatorio e risultati

Indipendentemente dalla tecnica scelta, il trapianto di capelli richiede un periodo di recupero in cui il paziente deve seguire le indicazioni del medico per prevenire infezioni e favorire la guarigione. I risultati iniziano a essere visibili dopo alcuni mesi, con un miglioramento progressivo fino a un anno dall’intervento.

L’efficacia del trapianto dipende da vari fattori, tra cui la qualità dell’area donatrice, la manualità del chirurgo e la capacità del paziente di attenersi alle indicazioni post-operatorie. È importante ricordare che il trapianto non ferma l’eventuale alopecia nelle aree non trattate, motivo per cui è spesso associato a trattamenti farmacologici per mantenere i risultati nel tempo.

In conclusione

La calvizie comune è una condizione complessa che può essere affrontata con un’ampia gamma di soluzioni, dalla protesi capillare ai trattamenti farmacologici, fino al trapianto di capelli. La scelta del trattamento più adatto dipende dalle esigenze del singolo paziente, dal grado di calvizie e dalle aspettative in termini di risultato.

Il trapianto di capelli, in particolare, rappresenta una soluzione definitiva e sempre più richiesta grazie alle innovazioni tecniche che ne migliorano i risultati. Tuttavia, è essenziale affidarsi a professionisti qualificati e considerare con attenzione tutti gli aspetti dell’intervento per ottenere un esito soddisfacente e duraturo.