Botte all’Asilo, il maresciallo in aula: così iniziò l’indagine

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SOLOFRA- “Un “intervista” via WhatsApp di una mamma al suo bambino che raccontava di come fossero violente le maestre”. Il venticinque gennaio 2019, questo il giorno in cui l’audio sul cellulare (che il sottufficiale ha definito intervista) di una mamma apre il caso delle botte e dei maltrattamenti sui piccoli alunni dell’asilo di Fratte a Solofra. A quella era poi seguita la denuncia di una delle mamme. Due quelle raccolte dagli investigatori nella prima fase di indagine.

A raccontarlo ieri in aula, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino Gian Piero Scarlato, è stato uno degli investigatori che ha condotto gli accertamenti, il maresciallo maggiore Floriano Aliberti, comandante della stazione di Solofra. Il sottufficiale ha lavorato insieme al tenente Giuseppe Friscuolo all’indagine, producendo un’informativa di circa duemila pagine.

Il processo è quello che si celebra davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino Gian Piero Scarlato a due delle insegnanti coinvolte nell’inchiesta e accusate di maltrattamenti. Altri due docenti hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato (riportando la condanna per maltrattamenti, uno invece è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale, come già aveva deciso il Riesame).

Un lungo esame da parte del pm della Procura di Avellino Luigi Iglio e dalle parti civili e dalle difese delle due insegnanti. Alberti ha ripercorso gli episodi salienti di maltrattamenti. Spinte, strattonanemti e in un caso ripreso dalle immagini anche un trascinamento di un bambino che era rimasto sospeso con il braccio. “Dalla informative e dagli episodi di interesse abbiamo selezionato i frames relativi ad ogni alunno. Così che è stato mostrato ai genitori. Hanno visto solo un frame, un fermo immagine. Per ognuno c’è stato un verbale di visione.

A diciotto genitori sono stati mostrati i frames e i bimbi sono stati riconosciuti dagli stessi”. Alcune domande sono state poste anche dalla parte civile. A partire dall’avvocato Concetta Mari: “Innanzitutto per quanto riguarda le indagini l’attività di ripresa e di video di ciò che accadeva nell’asilo quanto è durata?”. E il maresciallo ha spiegato che: “Il distacco delle attività è avvenuto il 25 maggio e l’inizio delle attività invece 25 marzo”. Una parte dell’attività, che ha riguardato due classi dell’ Asilo, come emerso dell’escussione in aula del sottufficiale dell’Arma ha avuto una sospensione per le festività: “Le ore si captazione erano giornaliere. Erano continuative. Anche di notte”. Ha continuato l’avvocato Mari: “Lei ha raccontato i vari episodi più gravi. Nell arco di una giornata quanti episodi?”. “Poteva capitare qualche episodio”.

Infine ha chiesto: “Avete verificato se questi bambini sono stati sottoposti a controlli medici dopo gli episodi?”. Su questa circostanza specifica il maresciallo Aliberti ha chiarito:”Non abbiamo verificato”. Ad integrare le domande anche un altro legale di parte civile, l’avvocato Marino Capone, che ha puntato su un altro dato: “A questi episodio di attenzione investigativa erano presenti anche altri bambini?”. “Si tutti i bambini” la risposta di Aliberti.

Le difese hanno puntato su due dati. Il primo legato alla mancata sincronizzazione degli audio rispetto ai video, su cui il sottufficiale ha chiarito si trattasse di qualche decimo di secondo. Il secondo invece alla circostanza legata ad eventuali casi di bambini che avessero necessitato di cure mediche per le presunte violenze subite in classe. Su questo secondo aspetto non ci sono stati riscontri. I video delle presunte violenze sono stati acquisiti dal Tribunale. In aula si torna il 7 settembre, quando sarà ascoltato il tenente Giuseppe Friscuolo.