Il progetto integrato ‘Filiera Turistica Enogastronomica’, finanziato con i fondi Por 2000-2006, costituisce un importante occasione per lo sviluppo turistico delle Province di Avellino, Benevento e Caserta e delle Comunità Montane Alta Irpinia, Partenio, Ufita e Vallo Lauro Baianese. Il tutto per un investimento pubblico di 63 milioni di euro in grado, a loro volta, di attivare risorse per oltre 100 milioni di euro. Idea forza del progetto, che sarà presentato domani pomeriggio alle 17 presso il Castello di Bisaccia, è la valorizzazione, a scopi turistici, dell’ingente patrimonio enogastronomico locale. Le cospicue risorse disponibili sono concentrate su un numero limitato di interventi, orientati strategicamente sul versante delle infrastrutture, della promozione e degli aiuti ai privati. Il Progetto Integrato “Filiera Enogastronomica” interessa 88 Comuni della Provincia di Avellino che fanno riferimento alle diverse Comunità Montane e lavora sulla Provincia di Avellino per la seguente offerta enogastronomica: vini doc (Fiano, Greco) o docg (Taurasi); olio; carni, salumi; formaggi; castagne, funghi, miele, torrone, pane. La realizzazione del sistema di offerta turistico-enogastronomica si basa su un modello che al centro vede le risorse enogastronomiche, ma il sistema si completa con una gamma di servizi periferici che integrano la “catena di servizi”: il sistema dell’accessibilità, quello della ricettività e quello dell’animazione territoriale. Il modello di offerta turistica enogastronomica prevede: 1) “locande del gusto”, un sistema di ristorazione che usa prodotti autoctoni secondo un ricettario innovativo e tradizionale di ricette tipiche; 2) “stazioni del gusto”, fermate di un itinerario enogastronomico in coincidenza di musei del prodotto tipico o strutture attrezzate per corsi di cucina e ristorazione per turisti; 3) “eventi del gusto”, calendario di eventi che promuovono produzioni autoctone; 4) “navette del gusto”, sistema di trasporto turistico su gomma per la visita degli itinerari enogastronomici. Ed ancora: “dimore del gusto”, “porte del gusto”, “percorsi del gusto”, “pacchetti incoming”. Momenti altrettanto importanti sono: il sistema della “formazione e dell’animazione” e quello della “distribuzione e promo-commercializzazione”. Saranno formati, inoltre, soggetti che sappiano individuare la domanda e proporre la migliore offerta del territorio sulla base di una profonda conoscenza delle risorse. Figure professionali quali manager del turismo, esperto in marketing ed animazione del turismo enogastronomico, esperto in comunicazione del turismo. Rilevante il coinvolgimento del partenariato economico-sociale e l’animazione territoriale per coinvolgere gli imprenditori e stimolarli a presentare progetti di iniziativa privata da cofinanziare con il regime di aiuti previsti. I risultati sono evidenti nelle proposte pervenute: da Avellino 336 proposte valide ed ammissibili, nel 65% dei casi da soggetti che non hanno ancora la qualifica di imprenditori, il 35% da imprese già operanti. L’80% delle proposte riguarda nuove iniziative. L’ammontare di investimenti previsto è di 212.000 euro. La stima di nuova occupazione generata dall’investimento è di 1915 unità. “L’Ept di Avellino assumerà un ruolo sempre più rilevante nella promozione del territorio – sottolinea il presidente Santino Barile – essendo subentrata, alla Regione Campania, nella fase operativa delle attività di animazione enogastronomica e coordinamento delle iniziative che vengono dalle Comunità Montane. L’Ept assume finalmente l’importanza che gli spetta grazie alle cospicue risorse economiche con cui poter lavorare seriamente allo sviluppo del territorio”. Concorde Roberto Formato, esperto in programmazione turistica, nel definire il progetto come “…il più importante strumento di sviluppo turistico per le aree interne di Avellino che ha permesso in Irpinia rilevanti interventi: il recupero del castello di Manocalzati, quale porta d’ingresso al comprensorio dei vini Doc e Docg; il completamento e la riqualificazione della fiera di Calitri quale polo turistico-commerciale per le produzioni di carni e formaggi dell’Alta Irpinia e poi il Parco turistico attrezzato della Baronia con la stazione enogastronomica”. “La Filiera è uno strumento strategico grazie al quale è possibile far conoscere le nostre carni o i formaggi con la stessa fortuna che hanno avuto i nostri vini- sottolinea Gaetano Sicuranza, presidente della Comunità Montana Alta Irpinia- si tratta di una intuizione intelligente che dobbiamo saper sfruttare per fare apprezzare, attraverso i prodotti della buona tavola, tutto il turismo ambientale, religioso e culturale che è possibile praticare nelle nostre terre”.
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