VALLO LAURO – I Biancovestiti e i canti delle Stazioni della Via Crucis, diventati da agosto scorso Patrimonio Immateriale della Campania, saranno oggi al centro di una delle giornate più importanti nell’ambito dei riti della Settimana Santa nel Vallo di Lauro. Un appuntamento con la fede e la tradizione, che ieri è stato rilanciato anche dall’Unione delle Proloco di Avellino. Nel centro di Lauro, ci saranno le esibizioni dei gruppi di Biancovestiti da tutti i paesi della zona, che intoneranno i canti della tradizione.
CHI SONO I BIANCOVESTITI
Qualche mese fa, per descrivere e rappresentare cosa significhi per il Vallo di Lauro la tradizione dei Biancovestiti, si era rimandato al lavoro del compianto storico Pasquale Moschiano, autore dell’opera “I riti della settimana santa nel Vallo di Lauro”. Proprio l’insostituibile lavoro del professore Moschiano, che lo rende ancora presente e lo consegna all’eterna memoria, li descrive come “cantori delle tenebre” (perché il rito inizia all’alba), i quali, vestiti di un camice bianco stretto ai fianchi da un cingolo e con in testa la corona di tralcio di rovo spinoso, escono dai propri paesi nelle primissime ore del mattino, lasciando nell’aria l’eco dei loro canti, che risuoneranno per tutta la giornata”. Una sintesi di quello che avverrà anche oggi nella zona, in particolare nella Piazza di Lauro.
Anche il portale Lauro Turismo riporta: “Le origini di queste processioni, così come le rappresentazioni sacre di natura popolare, sono molto antiche. Appartengono sicuramente alla cultura tardo-medievale del XIII secolo, quando i crociati, di ritorno dall’Oriente cominciarono a raccontare tutto quello che avevano visto e sentito sulla Vita di Gesù. Già nel 1582, si ha la presenza a Lauro di una rappresentazione sacra, “La Schiodazione di Cristo”, di cui ci dona testimonianza Scipione II Pignatelli. Il marchese di Lauro, in una lettera inviata al Cardinale Carafa, arcivescovo di Napoli, chiedeva l’autorizzazione necessaria per la celebrazione di questi riti penitenziali.
La sera del Venerdì, poi, viene organizzata la processione della statua del Cristo Morto, seguito dall’Addolorata, a cui partecipano anche i Biancovestiti ponendosi tra le due statue ed intonando ancora una volta i canti che accompagneranno Gesù nel Sepolcro”.
IL PROGRAMMA
In mattinata, i gruppi membri dell’associazione e gli altri gruppi dei Biancovestiti si recheranno in pellegrinaggio presso i vari altari della reposizione delle parrocchie del Vallo di Lauro, dove intoneranno un canto della Via Crucis. A partire dalle ore 7.00, il gruppo membro dei Biancovestiti di Marzano di Nola, secondo una tradizione secolare, si recherà in pellegrinaggio a Cimitile, dove intonerà un canto nelle chiese e nelle basiliche paleocristiane. Venerdì Santo, a Lauro, dalle ore 9.30 alle ore 10.30, avranno luogo i Canti e i Cortei delle Associazioni “La Fratellanza nella Croce” e “Il Mondo che Vorrei Baby”;
– ore 10.30, entrata in paese dei Biancovestiti e Corteo di Moschiano;
– ore 11.00, entrata in paese dei Biancovestiti di Marzano;
– ore 11.15, entrata in paese dei Biancovestiti e Corteo di Quindici;
– ore 11.35, entrata in paese dei Biancovestiti di Bosagro;
– ore 12.00, entrata in paese dei Biancovestiti e Corteo di Taurano;
– ore 12.30, entrata in paese dei Biancovestiti e Corteo di Pago;
– ore 13.00, entrata in paese dei Biancovestiti di Lauro.
I CANTI
Grazie ad un altro instancabile ricercatore storico del Vallo di Lauro, Severino Santorelli, anche sui testi e sui canti c’è una testimonianza importante: “quelli che si credevano essere versi di Pietro Metastasio, sono in realtà testi di Luigi Antonio Locatelli; la certezza ci viene fornita dallo stesso Pietro Metastasio il quale, nel marzo del 1749, si rivolge a Locatelli in una lettera manifestando il suo rammarico per questa attribuzione impropria dei versi. Parliamo dei versi che compongono le strofe delle XIV stazioni della Via Crucis: ogni strofa si compone di 2 quartine di versi, di cui 3 settenari con l’ultimo senario. Tale quadratura metrica permette ai conti di poter abbinare qualsiasi strofa al proprio canto. L’aspetto musicale, invece, è quello che ancora oggi non è ben definito. Una melodia semplice, ma non banale. Intonata polifonicamente a cappella da un coro misto di uomini e donne, secondo l’antica prassi del “cantus planus binatim” (antica pratica della polifonia a 2 voci ancora utilizzata nel ‘700, non misurata, in cui le voci procedono costantemente nota contro nota). Prassi descritta già da Fra Salimbene de Adama da Parma (religioso del 1200) nella sua Cronica (una delle fonti storiche più interessanti del XIII secolo poiché tratta una cronaca della vita religiosa e politica italiana di 120 anni, dal 1168 al 1287). In concreto, che cosa avviene? Che alcuni intonano la melodia base, altri improvvisano il d’incanto, ossia una voce che procede per seste, terze ecc.”
L’ASSOCIAZIONE
Da qualche tempo è nata l’ Associazione Biancovestiti Vallo di IPIC 2025. All’iniziativa hanno aderito i gruppi dei Biancovestiti delle associazioni Fratellanza di Lauro, Marzano di Nola, Moschiano, Pago del Vallo di Lauro, Quindici e delle frazioni di Bosagro-Beato. A presiederla, Franco Bossone di Lauro. Come spiegato anche ieri dallo stesso presidente Bossone, l’obiettivo è quello di “riunire, tutelare e tramandare gli antichi riti della Settimana Santa nel Vallo di Lauro, con particolare riferimento alla tradizione secolare dei cantori Biancovestiti, recentemente inseriti – con Decreto Regionale – nell’elenco dei beni immateriali della Regione Campania”.