Baiano – I carabinieri della Compagnia di Baiano hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. della Procura della Repubblica di Avellino Dottoressa Daniela Cortucci nei confronti di due persone ritenute responsabili dei reati di usura ed estorsione. In particolare le ordinanze sono state notificate ad una giovane 28enne incensurata, originaria di Napoli e domiciliata a Sperone e ad un pregiudicato 51enne di San Paolo Bel Sito, già ristretto presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino dallo scorso 15 marzo per analoghe accuse. I provvedimenti scaturiscono dal prosieguo delle indagini condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Baiano e coordinate dal Pubblico Ministero Vittorio Santoro della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, che nello scorso mese di marzo portarono all’emissione di provvedimenti restrittivi nei confronti di tre persone del Nolano ed un commerciante di Forino, tutte ritenute responsabili – a vario titolo – dei reati di usura ed estorsione. Nei mesi successivi, infatti, sono state sentite numerose persone che avevano avuto contatti con gli indagati e le consequenziali indagini di polizia giudiziaria hanno permesso di appurare un quadro molto chiaro: alcuni imprenditori e commercianti, in serie difficoltà economiche, si erano rivolti al 51enne di San Paolo Belsito che ‘offriva’ prestiti di denaro dietro la corresponsione di interessi usurai mensili. Inoltre nella ‘trappola’ sono caduti anche operai ed impiegati che alla fine del mese avevano difficoltà a far quadrare il bilancio familiare; anche in questi casi, sebbene i prestiti ottenuti fossero più modesti, scattavano interessi superiori al tasso massimo previsto dalla Legge. Inutile dire che allorquando si verificavano ritardi nel pagamento degli interessi scattavano puntualmente gravi minacce, anche di morte. La giovane 28enne napoletana è stata ritenuta responsabile del reato di usura nei confronti di una donna con cinque figli, che si era a lei rivolta per poter pagare le bollette della luce e del gas, nonché per fronteggiare le spese sanitarie del marito seriamente ammalato: a fronte di un prestito di 2.000 euro la vittima si è vista costretta ad elargire, nel giro di quattro anni, ben 32.000 euro.
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