Baiano, il pm D’Onofrio agli studenti: l’indifferenza dei buoni aiuta la camorra

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BAIANO- L’indifferenza dei buoni è ciò che più favorisce le mafie. Per questo, quando vi diranno frasi del tipo: fatti i fatti tuoi, dovrete rispondere: no, perché così siete mafiosi. Il sostituto procuratore della Repubblica di Avellino Vincenzo D’Onofrio ha chiuso con questo appello ai circa duecento alunni dell’Istituto Comprensivo Giovanni XIII di Baiano-Sperone, la mattinata dedicata alla legalità organizzata nel Cinema Colosseo di Baiano sul tema “La legalità: la legge che diventa noi”.

Tocca alla professoressa Anna Napolitano aprire i lavori dell’incontro con il magistrato della Procura di Avellino: “La scuola non presenta performance, siamo qui per riflettere e non per dare spettacolo. Ci sono istituzioni, noi siamo la legalità silenziosa, che ogni giorno cerca di trasmettere i valori di rispetto . Un momento di incontro per capire cosa significa che la legge diventa noi. Facciamo tesoro di quanto verrà insegnato”. I saluti di Pasquale Napolitano dirigente scolastico dell’Ic Giovanni XXIII di Baiano- Sperone. “Due aspetti sono fondamentali- ha spiegato il dirigente- Qual è il senso della legalità, che non si riduce al semplice rispetto delle regole. Uno strumento per garantire libertà, dignità alla persona e ogni cosa comporti accrescimento culturale ed etico della comunità. Uno spunto di riflessione per le tante vittime che hanno perso la vita per difendere la legalità. Queste persone ci hanno insegnato che siamo di fronte ad una scelta: bisogna avere coraggio e rispettare le regole in ogni sua forma. Avere il coraggio di scegliere la strada giusta”.

Ai ragazzi anche il saluto dei due sindaci presenti. A partire dal “padrone di casa, Enrico Montanaro, sindaco di Baiano: “giusto che in questa fase si rispettino le regole, a partire dallo stare in classe. Abbiamo bisogno che la legalità faccia parte del nostro quotidiano. Spero che in futuro non ci sia necessità di organizzare giornate delle legalità. Per cambiare le nostre comunità serve che voi contribuite. Necessario che si rispettino le regole quanto più e possibile”.

Saluti del sindaco Adolfo Alaia che ha rimarcato: “a me piace più ascoltare ed in particolare questa mattina”. I saluti del comandante della Polizia Municipale di Baiano Francesco Capasso. Il primo incontro pubblico anche per il neo comandante della Stazione Cc Luigi Passero: “Mi fanno piacere questi incontri che danno la possibilità di intraprendere la strada più opportuna ai giovani. La legalità è rappresentata dalla civile convivenza. Significa il rispetto delle regole, fondamentale per vivere con gli altri”.

Il comandante della Tenenza di Baiano delle Fiamme Gialle, il luogotenente Luciano Fasolino, ha voluto rappresentare ai ragazzi due dati su cui riflettere. “I criminali oggi non hanno alcuna ricchezza, tanto che qualcuno di loro abbiamo scoperto che deve anche ricorrere al reddito di cittadinanza. Non siamo qui per propinarvi una lezione di diritto, su Iva o tasse, ma per farvi riflettere. Il nostro successo non lo misuriamo sull’eco mediatico, ma nei vostri occhi. Questa è la soddisfazione maggiore per il nostro lavoro”.

La chiusura affidata al pm avellinese, che ha ricordato come per il settimo anno consecutivo sia ospite della scuola di Baiano. Esempi pratici per i ragazzi, per spiegare il ruolo del magistrato e i danni che può produrre la famosa idea che se non toccati personalmente da un evento “non sono fatti miei”. E poi una riflessione sul delitto di Napoli e sull’impegno a non restare in silenzio: Cosa insegna la storia di Francesco Pio, il diciottenne ucciso da un altro ragazzo, figlio di un esponente del clan Cuccaro di cui il magistrato si era occupato durante la sua permanenza alla Dda di Napoli: Quando la criminalità vi può apparire come un mondo di ricchezze dovete pensare che non si arriva a vent’anni e si muore. Il padre del ragazzo che ha sparato fu ucciso quando non aveva neppure venticinque anni, era un capo e aveva un sacco di soldi, ma che fine hanno fatto? A quanto pare questo ragazzo è stato catturato grazie alle telecamere. Nessuno dei presenti avrebbe contribuito a farlo identificare.

Per questo vi ripeto, come diceva Martin Luther King: non temo la violenza dei cattivi ma l’indifferenza dei buoni”. Cosa teme davvero la mafia, la camorra e la n’drangheta: “Quello che dovrebbe suscitare indignazione sono morti come quella di Peppino Impastato, che invitava a non abbassare la testa ai suoi concittadini, come Don Peppino Diana e Don Pino Puglisi. Vi chiedete perché sono stati uccisi dei preti , che paura potevano fare alla mafia? La colpa di Don Diana era un documento, invitava a non essere indifferenti, a parlare. Sappiate sempre che la mafia non detesta chi usa violenza e chi fa soldi, detesta chi parla”.