AVELLINO/ROCCHETTA – Ritornano a fumare i binari della Avellino-Rocchetta Sant’Antonio. Ma i problemi restano. Continuano infatti a persistere, secondo il comitato pro potenziamento della tratta ferroviaria, da poco al varco dei suoi 110 anni di storia, fattori che ostacolano il risvolto decisivo dell’asse in termini di trasporto merci e turismo. Non si fermano però, a distanza di anni, le iniziative di protesta dei sindaci e le manifestazioni di interesse della pubblica opinione e non solo, affinchè il rischio chiusura venga scongiurato del tutto. L’ultimo gesto di solidarietà, datato 6 settembre 2005, è quello del presidente dell’Unione degli Industriali di Avellino, Silvio Sarno, convinto della necessità di un pieno reinserimento strategico della tratta nel circuito economico locale. Atti di sostegno e fiducia che il presidente del comitato, nonché vice sindaco di Castelfranci, ora capogruppo consiliare di maggioranza, Vincenzo Pacifico, non può che accogliere con grande ammirazione e gratitudine. “Si tratta di una linea che attraversa ben otto nuclei industriali, collegando svariati comuni. Serve ai turisti che vogliono spostarsi comodamente per l’Irpinia e le zone del Calore, al trasporto delle merci, ai giovani che vanno all’Università, ai lavoratori pendolari. Il treno ha ripreso a camminare dopo la pausa estiva. Ma le corse, sei, sono poche. Gli orari, non congrui. Per non parlare dello stato di abbandono e del degrado che si avverte nelle stazioni. In quella di Castelfranci, ad esempio, c’è un tombino aperto attraversato da cavi. I bagni sono impraticabili”. Quello che serve ora, dopo l’iniziativa di protesta messa energicamente in campo dal comitato di oltre 50 fasce tricolore, e in seguito alla richiesta di ristrutturazione e potenziamento della tratta, è la risposta delle istituzioni. “Si muove qualcosa a livello di pubblica opinione – è il commento di Pacifico – ma sul fronte istituzionale ancora niente. Risposte che ci attendiamo, con ritardo, dagli assessori e consiglieri regionali irpini, dalla presidente De Simone, dall’assessore provinciale Di Milia, dall’assessore regionale Cascetta, dai consiglieri provinciali, dal sindaco Galasso”. (Antonietta Miceli)
AVELLINO/ROCCHETTA: UN PO’ DI STORIA – Il progetto della linea Avellino-Ponte S.Venere (primitiva denominazione della stazione di Rocchetta Sant’Antonio) nacque con l’esigenza di trovare un punto d’incontro tra le province di Avellino, Foggia, Potenza e perché l’assenza di viabilità nell’Alta Irpinia la rendeva necessaria per il traffico merci. La scelta del capolinea in luogo così isolato (Rocchetta S. Antonio dista 14 km dalla stazione, mentre Lacedonia ne dista 18) fu dettata dalla vicinanza dell’alveo dell’Ofanto così da avere continui rifornimenti d’acqua alle locomotive a vapore. La necessità della sua costruzione venne portata in Parlamento già dal 1865. Ma prima di convincere l’assemblea della necessità ferroviaria dell’Irpinia bisognerà attendere il 1876. Una commissione formata dal celebre letterato Francesco De Sanctis e dai deputati della zona si batté per la Ferrovia. Nel luglio 1879 fu approvata la costruzione nelle linee di terza categoria. Nel 1884 fu nominata una commissione governativa presieduta dal commendator Ferrucci per determinare il tracciato più conveniente.Le operazioni furono rallentate dalla voglia di mettersi in evidenza di ciascun comune. Al fine di venire incontro a molteplici interessi locali, si creò un tracciato in cui la maggior parte delle stazioni risultavano lontanissime dai paesi, anche per assecondare la necessità di trovare un tracciato che seguisse il corso del fiume Ofanto. Il 21-6-1888 il Ministero dei Lavori Pubblici affidò la costruzione e la concessione della linea alla Società Italiana delle Strade Ferrate del Mediterraneo di cui un prezioso volume contenente planimetria e altimetria del 1899 è conservato nella Biblioteca delle Ferrovie dello Stato.