di Claudio De Vito. Il pari interno con il Rende ha certificato tutti i limiti di un Avellino che fatica ad imporsi anche contro il fanalino di coda del campionato. Dopo lo scialbo 0-0 maturato contro il Rende, è piena crisi di gioco e risultati per i lupi che almeno – si fa per dire – questa volta hanno limitato i danni portando a casa il primo pareggio in otto giornate. In tempi di magra ci si accontenta, o meglio ci si sforza di farlo, così.
Squadra senza idee nel primo tempo ed incapace di concretizzare nella ripresa. Parlare di sfortuna serve soltanto a mascherare i deficit di una formazione costruita male per le note ragioni estive. A tal proposito val la pena sottolineare come i tre acuti di fila contro Vibonese, Teramo e Picerno avevano quasi spedito nel dimenticatoio tutte le difficoltà dovute al ritardo nella partenza, compresa la preparazione giocoforza approssimativa che di tanto in tanto pizzica i muscoli dei calciatori biancoverdi.
L’Avellino ha alle proprie spalle una società debole che non può permettersi il lusso di esonerare un allenatore. Non che Giovanni Ignoffo meriti di essere allontanato dalla panchina ma alla lunga, si sa, se la squadra non risponde agli stimoli, ha bisogno di rinnovarli. Il tecnico palermitano ha dovuto subito abbandonare la sua idea tattica del 3-5-2 per valorizzare al meglio calciatori evidentemente più adeguati ad altre soluzioni tattiche. E in più non dispone di bomber di razza, oltre che di qualche elemento di esperienza in più.
Va da sé però che non raccogliere punti a Pagani appesantirebbe una situazione già fortemente negativa e tutta in salita in proiezione. Al di là delle responsabilità infatti c’è da fare i conti con un calendario terribile con Bari, Ternana, Reggina, Catanzaro, Cavese (Coppa Italia), Potenza e Casertana avversari in sequenza concentrati in un mese. Non resta allora che rimboccarsi le maniche e recuperare pedine come Albadoro ma soprattutto Karic che può aggiungere dinamismo ed imprevedibilità alla manovra.
Sarebbe auspicabile farlo con una massiccia partecipazione da parte della tifoseria la cui misura però è colma. Probabilmente ieri allo stadio mancavano anche molti abbonati e la quota paganti è stata davvero irrisoria. Insomma si è tornati ai pochi intimi di una volta. Rassegnazione e quasi indifferenza: è la risposta della platea biancoverde ad una società che continua a viaggiare tra dubbi e incognite sul futuro. E il quadro diventa ancora più desolante se si considera che l’idillio tifo-squadra, perno della ripartenza, si è raffreddato. Accade anche questo quando si perde la pazienza per responsabilità evidentemente da ricercare altrove.