Avellino – Stato di agitazione per i sanitari del 118 dell’Azienda Sanitaria Avellino 2. Una decisione assunta concordemente da tutti i sindacati di categoria “… a causa della differenza esistente tra i contratti di lavoro dei medici stessi, alcuni convenzionati, altri dipendenti”. Per superare la divergenza la Regione Campania ha previsto la conversione dei convenzionati a dipendenti. “Ma la procedura ancora non è stata avviata da parte dell’azienda sanitaria avellinese – si legge nella nota del segretario provinciale della Fp Cgil, Pasqualino Molinario – a causa della mancanza di fondi. Una circostanza non più sopportabile anche perché proprio la mancanza di fondi determina il fatto che il numero dei medici in servizio al 118 sia di gran lunga inferiore a quello stabilito dalla legge. Una situazione che provoca un lavoro usurante da parte degli addetti che non possono considerarsi neanche dipendenti. Eppure, il lavoro svolto dal 118 ha un’importanza straordinaria per i cittadini irpini e ne sono testimonianza gli oltre 11mila interventi effettuati lo scorso anno, la maggior parte dei quali ha permesso di salvare la vita a numerosi pazienti”. “Non si comprende, inoltre, la presa di posizione dell’Azienda che evidenzia una tendenza a voler favorire forse il precariato e la destabilizzazione di un servizio che pur tra mille difficoltà è punto cardine per l’assistenza ai cittadini”. Non solo: “la Asl invoca la sua difficoltà a procedere per i vincoli di spesa imposti dalla Regione ma il servizio di 118 in questa azienda è già stato abbastanza penalizzato: degli 81 medici previsti dalla Pianta Organica, infatti, solo 57 sono in servizio. Non è possibile che a pagare le conseguenze di una programmazione aziendale che non ha tenuto presente le problematiche di questi servizi essenziali siano i medici che lavorano quotidianamente in condizioni precarie pur essendo le prime sentinelle della salute”. A partire da oggi, dunque, i medici del 118 sono in stato di agitazione ma non finisce qui. I sindacati, infatti, hanno anche lanciato un ultimatum all’Asl diretta da Roberto Ziccardi: se entro il prossimo 30 settembre la situazione non sarà sanata si metteranno in campo forme di lotta molto più forti. Dunque, dieci giorni ancora per tentare di intavolare nuove ipotesi di mediazione.
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