Avellino – Promuovere la concertazione tra amministrazioni, creare condizioni di scambio e individuare elementi di programmazione e coordinamento degli interventi in materia sicurezza. Questi gli obiettivi di Pol.i.s la conferenza promossa dalla Regione per lo sviluppo delle politiche integrate di sicurezza su tutto il territorio campano. L’incontro si è tenuto nella sala convegni della Camera di Commercio di Avellino di piazza Duomo. In particolare, oggetto della giornata di confronto, sono state le tre leggi regionali attraverso cui Palazzo Santa Lucia ha intrapreso la costruzione di una rete di servizi che hanno ampliato il campo d’azione di istituzioni civili ed autorità militari. L’illustrazione di progetti per la tutela della legalità e il potenziamento delle unità delle Forze dell’Ordine, la prevenzione alla criminalità organizzata e il recupero dei beni confiscati alla malavita locale per riconvertirli in strutture comunitarie, sono stati i maggiori punti di convergenza tra i vari partecipanti. “Abbiamo offerto alle città campane – ha spiegato l’assessore regionale alla Sicurezza delle Città Andrea Abbamonte – la possibilità di usare fondi prima Pon per la realizzazione di una rete di videosorveglianza finalizzata al contrasto della microcriminalità locale e non solo. Queste nuove tecnologie, se le singole amministrazioni riescono ad investire adeguatamente, possono offrire alle città un efficace strumento di controllo. È nella coscienza di chi governa, utilizzare questi fondi Por al meglio. In questo gioco tra le parti, anche le Forze dell’Ordine rivestono un fondamentale ruolo. È indiscussa la possibilità che il circuito di telecamere posto nei maggiori centri di aggregazione malavitosa possa contribuire all’individuazione di quei soggetti che minacciano la tranquillità pubblica”. In quattro annualità, la provincia di Avellino ha ottenuto dalla Regione Campania 500 milioni di euro per la messa in pratica di 11 progetti relativi alla messa in sicurezza cittadina. Ogni intervento rientra nell’ambito della legislazione delle tre leggi regionali promulgate dal 2003 al 2004. Forte anche la partecipazione dei sindacati che, rappresentati da Ruggero Cutillo (Cgil), Enrico Ferrara (Cisl) e Antonio Festa (Uil) hanno evidenziato come nel mondo del lavoro irpino, la minaccia all’illegalità e al sommerso sia un fattore di regresso economico e sociale. In vista della mobilitazione sindacale promossa a Napoli per il prossimo 15 dicembre, le associazioni di categoria hanno annunciato una nuova battaglia contro l’influenza della criminalità nei diversi ambiti imprenditoriali e commerciali della provincia. “La classe dirigente – ha affermato Festa – deve unirsi per realizzare un progetto valido che non resti solo vincolato a protocolli d’intesa. Se tutte le categorie scendono in campo, si può davvero liberare il sistema economico locale da influssi negativi”. “L’Irpinia non è più un’isola felice – ha esordito Silvio Sarno presidente dell’Unione degli Industriali – perché fortemente indebolita dal sopravvalere dell’illegalità sia nel commercio che nell’imprenditoria. È notevole il lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine in materia di sicurezza, ma il problema va debellato dalla radice…ma per questo occorre una maturazione della coscienza collettiva”. (di Marianna Marrazzo)
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