Avellino – Il Pd ‘unisce’, il Pd… divide. E soprattutto nasce e si ‘svilisce’ con mani proprie. E’ questo il punto di vista di Gaetano Musto, segretario provinciale dell’Udeur che elude i potenziali problemi che il neo partito potrebbe generare in provincia per concentrarsi su quelli “già insiti nello stesso”. Il Partito Democratico, dunque, incassa i colpi inferti dal segretario del Campanile che ironizza su una nascita in grado di dirla lunga sulle prospettive future. “Il Pd – ha spiegato – è nato con la ricerca della leadership. E poi i suoi componenti pensano di parlare di ‘nuovo’. Ma in realtà, se questi sono i presupposti, è lecito chiedersi: che concezione hanno del ‘nuovo’? Dov’è il programma ‘nuovo’? Qual è il progetto ‘nuovo’?”. Insomma, auspici non propriamente buoni, almeno dal punto di vista esterno, e che lasciano presagire tempi difficili anche a livello locale. “Le dinamiche della sua creazione non favoriscono lo sviluppo degli elementi alla base della politica. È normale, allora, che anche a livello locale si registreranno ripercussioni negative”. Ma il vero problema, secondo Musto, va cercato altrove: “Pensano di ‘poter fare da soli’ ma non è così. La formula efficace per il successo è la collaborazione e il rispetto delle altre forze”. Il motto ‘l’unione fa la forza’ dunque non trova nel Pd terreno fertile mostrando, in contrapposizione, la sua estrema relatività. Ma attualmente l’argomento ‘lascia il tempo che trova’. Il Campanile, infatti, è concentrato sull’imminente appuntamento di martedì che vedrà a Telese la Festa nazionale dell’Udeur. “Un appuntamento a cui teniamo particolarmente – ha spiegato Musto – e a cui giungeremo compatti e rinforzati”. E soprattutto una occasione per togliersi – senza abbandonare il bon ton – qualche sassolino dalla scarpa: “La nostra ripresa – attacca il segretario – ha generato qualche mal di pancia… soprattutto a livello personale”. Ma ciò non toglie la determinazione nelle intenzioni: “L’obiettivo che da tempo portiamo avanti è quello di costruire una nuova casa di centro, con cattolici, moderati e con tutti coloro che si rispecchiano nelle nostre tradizioni culturali”. L’Irpinia, naturalmente, non farà eccezione anche se, almeno secondo l’analisi di Musto, costituisce un “caso particolare”. (m.d.p.)
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