Avellino – ‘L’agricoltura ieri, oggi e domani’: le Acli riflettono

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Avellino – ‘L’agricoltura ieri, oggi e domani’, è stato questo il tema del confronto che questa mattinata ha visto protagonisti i massimi dirigenti Acli, Presidenti di Comunità Montane, esperti del settore e istituzioni locali. Insieme per riflettere sulla staticità e dinamicità del sistema produttivo del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione irpina. Il convegno, che si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti del 60°anno di attività delle Acli, ha visto partecipi: Concetto Iannello, Presidente nazionale Acli Terra, Francesco Bruno, docente di Diritto e Politica Agraria dell’Università di Macerata, Vitangelo Magnifico, Direttore dell’Istituto di Floricoltura di Pontecagnano, Giovanni Maria Chieffo, Presidente Gal ‘Verde Irpinia’, Giovanni Pignatelli, Presidente Gal ‘Valle Caudina’ l’Onorevole Mario Sena, capogruppo regionale della Margherita, Giuseppe Solimine, Presidente della Comunità Montana dell’Ufita, Franco Vittoria, Presidente della Comunità Montana Vallo Lauro Baianese, Vincenzo Alaia, Assessore provinciale all’Agricoltura. Saluti iniziali del Presidente provinciale Acli Gerardo Salvatore. Ha moderato il giornalista Marco Grasso. Un unico dato è emerso dall’incontro: al Sud nessuna politica agricola è sostenuta da una concreta sinergia tra enti, associazioni di categoria ed istituzioni che possa tutelare la ricerca e l’innovazione. A sottolinearlo è il Presidente nazionale Acli Terra Iannello: “In un Paese fondato prevalentemente sul settore primario ancora oggi non esistono le basi essenziali per la formazione di agricoltori. Da una recente indagine sono emersi tre dati che lasciano ben sperare: esiste una nuova classe imprenditoriale lontana dall’ereditarietà contadina, al contempo, il 70 per cento degli agricoltori non possedendo adeguata istruzione, ostacolano l’innovazione e la ricerca. Terzo riscontro, solo per 20 per cento delle aziende a carattere rurale ricevono fondi europei per l’ammodernamento tecnico-produttivo”. Insomma, elementi questi che lanciano un segnale chiaro: l’agricoltura italiana, soprattutto nel Meridione, ha bisogno di un incentivo atto alla coalizione tra autorità ed enti.
GLI ALTRI INTERVENTI IN BREVE
FRANCESCO BRUNO, docente di Diritto e Politica Agraria dell’Università di Macerata: “Il settore rurale è in un fase di decadimento. Bisogna attuare una profonda sinergia che sproni la competitività, lo sviluppo territoriale, l’internazionalità dei prodotti. Più visualità, quindi, alle cosiddette ‘filiere corte’, oggi scavalcate dai grandi monopoli industriali”.
VITANGELO MAGNIFICO, Direttore dell’Istituto di Floricoltura di Pontecagnano: “L’agricoltura nostrana, da 5 anni, non riceve più finanziamenti per il sostegno della ricerca scientifica. Questo perché, la politica agricola non si adegua al passo europeo. Fuori confine la coltivazione di Ogm raggiunge livelli altissimi, in Italia, se si producono alimenti geneticamente modificati si rischia la reclusione”.
GIOVANNI MARIA CHIEFFO, Presidente Gal ‘Verde Irpinia’: “La nostra Irpinia è nota solo per la produzione di vini. L’eccessiva enfatizzazione delle produzioni vinicole comporta la penalizzazione di tutta l’economia locale. Il Cnr di Avellino deve seguire altre strade per la valorizzazione dei prodotti tipici, basta con i ‘pacchetti preconfezionati’ che puntano solo sulle maggiori produzioni”.
GIOVANNI PIGNATELLI, Presidente Gal ‘Valle Caudina’: “La coltivazione della terra, in Irpinia, è finalizzata, quasi totalmente, al sostentamento familiare. Manca l’imprenditorialità, manca la volontà di investire in risorse che possano portare in auge l’agricoltura locale”.
MARIO SENA, capogruppo regionale della Margherita: “In Irpinia, motore trainante dell’agricoltura è essenzialmente l’enologia. Ricoprono un buon livello i cosiddetti ‘prodotti di nicchia’. Per tutte queste ragioni, gli enti devono sostenere i Por e le misure. In particolare la misura 4.19 è un ottimo strumento per la realizzazione di percorsi enogastronomici, culturali e storici”.
GIUSEPPE SOLIMINE, Presidente Comunità Montana dell’Ufita: “ La qualità contraddistingue da sempre la produzione rurale del nostro territorio. Se puntiamo su questo elemento, potremmo, in futuro, compiere passi da gigante per quel che riguarda lo sviluppo sia territoriale che agricolo”.
FRANCO VITTORIA, Presidente Comunità Montana Vallo Lauro Baianese: “Tre sono le questioni da mettere a tappeto. Enti, associazioni e autorità, devono fare sistema, in modo integrato e proficuo. Creare marchi di qualità potrà risollevare i piani integrati rurali. Le pubbliche amministrazioni devono vivere in simbiosi con i piccoli imprenditori locali e tutelarli”.
VINCENZO ALAIA, Assessore provinciale all’Agricoltura: “La Provincia di Avellino, relativa soprattutto a questa amministrazione, è molto sensibile ai problemi legati alla nostra terra. Molte le iniziative promosse, dalla salvaguardia del patrimonio contadino, alla protezione di alcune pregiate culture quali la nocciola e la castagna”. (Marianna Marrazzo)

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