Avellino – Galasso: “2006, l’anno nero dell’Irpinia”

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Avellino – Atti criminali efferati; omicidi collegati alla camorra e non solo; attività commerciali oggetto di una continua aggressione da parte della malavita; attentati ai cantieri ed alle saracinesche dei negozi: il bilancio del 2006 dilania l’Irpinia. Tre omicidi in un anno, nella ‘vecchia’ oasi felice, due a distanza di tre giorni. Dati che non necessitano di alcun commento ma lasciano maturare serie considerazioni sul radicale cambiamento di cui la società si rende protagonista. È il popolo, oggi, a conferire al territorio provinciale la ‘maglia nera’ ed a rimanere senza parole rispetto ad episodi di cronaca nera rispetto a cui si pensava di essere ben corazzati. “C’è davvero poco da commentare”, è la testimonianza lapidaria del sindaco di Avellino Pino Galasso, portavoce di una presa d’atto che tocca cittadini, istituzioni, giovani, adulti e bambini. “L’ultimo episodio criminoso di Avellino rappresenta un fatto gravissimo da collegare alla camorra ma in linea più generale sono davvero tanti i sintomi di una società che sta cambiando”. Insomma, Avellino come tutta l’Irpinia è in serio pericolo. A dimostrarlo anche l’omicidio di Petruro Irpino, ultimo nell’elenco dell’anno uscente. “Come comune – ha continuato Galasso – non abbiamo troppi poteri in merito ma possiamo mostrare forza e decisione nell’affrontare l’inaudita aggressione criminale che la città sta subendo”. La forza, tuttavia, potrebbe ancora una volta arrivare “…dalla sinergia tra istituzioni, forze dell’ordine e organi preposti. I comuni irpini possono – e lo faranno – mostrare la propria totale disponibilità ma le radici per ostacolare la criminalità vanno cercate altrove”. Insomma, gli episodi del 2006 dovrebbero portare ad una seria riflessione per costituire quel ‘muro di popolo’ contro la criminalità, troppe volte invocato ma mai concretizzato.

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