Avellino – Un atto estremo, un gesto dettato forse dalla disperazione e dalla paura di non poter più sostenere la propria famiglia con il lavoro di una vita. E questa mattina ha minacciato di impiccarsi davanti al Tribunale di Avellino per poter portare all’attenzione la sua storia. Vincenzo Ciardiello, agricoltore di Pietrastornina, è arrivato davanti al Palazzo di Giustizia del capoluogo con il suo trattore e un cappio legato all’estremità del braccio gru. Supportato da foto, denunce e dossier ha iniziato a raccontare la sua odissea. “Se non mi si dà ascolto giuro di impiccarmi pubblicamente, così almeno, la mia famiglia potrà vivere grazie al risarcimento morale”. Così ha tuonato richiamando l’attenzione di passanti e avvocati sul suo caso. “Sette anni fa – ha continuato Ciardiello – sono iniziati i lavori di una variante lunga 3 km a ridosso della mia azienda agricola. In tempi non sospetti e vista la particolarità del terreno, dissi ai tecnici che presto la bretella poteva esser interessata da movimenti franosi. Non mi fu dato ascolto, ed oggi, la strada è chiusa per frana e di conseguenza è andato in fumo il miliardo di lire stanziato allora dalla Regione. A nulla sono valsi i rattoppi. La variante presenta crepe in cinque diversi punti danneggiando il mio podere e compromettendo la mia attività di contadino”. Il caso finì anche sotto osservazione della Procura della Repubblica, che ne prese atto senza però intervenire. La protesta di Vincenzo Ciardiello, questa volta, è stata accolta. L’intrepido agricoltore, infatti, è stato convocato in Prefettura per una conferenza servizi sullo status dei finanziamenti e dei lavori relativi della variante.
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