“Mattia fa l’attaccante esterno come me. Io ho giocato nei dilettanti con l’Eclanese. Correvo come un matto ma non avevo il piede che ha mio figlio ora”. Giovanni Rossetti gonfia il petto quando gli si chiede di suo figlio Mattia, punta del ’96 in forza al Catania tra le cui fila ha anche segnato un gol quest’anno, a Bari lo scorso 3 marzo. La storia di Mattia Rossetti è quella di un giovane nemo propheta in patria irpino, di Mirabella Eclano per l’esattezza, che ha coronato il sogno di diventare un calciatore professionista ai piedi dell’Etna. Domenica sfiderà per la prima volta la squadra del cuore che anni addietro ci aveva fatto un pensierino. Papà Giovanni ha raccontato com’è nata la stellina Mattia ai microfoni di Irpinianews.
In famiglia è pronto a scatenarsi un mix di sentimenti contrastanti. Per chi farete il tifo?
L’importante è che segni Mattia e che sia una bella partita di calcio. Non mi va di fare pronostici. Mio figlio, come tutta la famiglia, è tifosissimo dell’Avellino. Da tre anni a questa parte, impegni permettendo, cerca di seguire sempre la squadra in casa e in trasferta con me. Ogni volta che vado allo stadio senza di lui gli mando una foto della Curva Sud. Domenica per lui sarà una giornata particolare, ma mi ha già detto che se dovesse segnare non esulterebbe per rispetto dei colori e della terra a cui tiene tanto.
C’è un calciatore dell’Avellino che Mattia ammira particolarmente?
Senza dubbio Castaldo, nel quale si rivede molto per caratteristiche e al quale si ispira. E’ un suo grande estimatore. A fine partirà gli chiederà la maglia. Mattia è un ragazzo generoso al servizio della squadra proprio come Castaldo. La sua umiltà lo sta aiutando ad emergere nel calcio nel conta.
Qual è stato il suo trampolino di lancio?
La vittoria del campionato con i Giovanissimi Nazionali della Salernitana ha rappresentato una svolta. Mattia è cresciuto inizialmente nei Pulcini dell’Eclanese, poi per oltre un paio d’anni ha militato negli Esordienti e nei Mini Giovanissimi della Leonardo Surro di Ariano Irpino. Successivamente fu testato in alcuni provini da Inter, Roma, Napoli e dallo stesso Avellino. Fu la Salernitana però a credere in lui nel 2010. Il professore Gaetano Zeoli (ex collaboratore del club granata ora osservatore del Torino per la Campania, ndr) lo notò durante un torneo regionale a Fisciano. Mattia segnò proprio contro la Salernitana. Ricordo che si giocava di sabato e Zeoli voleva che io e mia moglie il lunedì fossimo a Salerno. Devo ringraziarlo perché in quella stagione Mattia segnò tanto e vinse il torneo con i Giovanissimi. Il Catania arrivò secondo e ci contattò tramite il suo osservatore Ernesto Lo Monaco (fratello dell’ex amministratore delegato rosso azzurro Pietro, ndr). C’erano diverse offerte, tra cui quelle di Sassuolo e Novara. Zeoli ci consigliò di andare a Catania ed infatti il 16 agosto 2011 lo accompagnò personalmente lì.
E l’Avellino?
Lo ha visionato in diverse occasioni durante tornei estivi. La società biancoverde era intenzionata a prelevarlo ma purtroppo c’era un po’ di disorganizzazione all’epoca e il trasferimento non si concretizzò. Mi è dispiaciuto molto non vederlo con la maglia dell’Avellino. Nel calcio però mai dire mai. Chissà un giorno…
Anche perché andare in Sicilia per vedere Mattia non è proprio comodo…
Purtroppo quando gioca in casa non possiamo andare sempre allo stadio. Lo seguiamo nelle trasferte più vicine a noi. A Natale gli ho fatto una sorpresa: sono andato a Catania ad assistere alla partita senza che lui lo sapesse.