Calcio, futuro incerto ma dal governo un aiuto all’Avellino e agli altri club

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di Claudio De Vito. E’ scaduto ieri il termine per il pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio che l’Avellino ha regolarmente effettuato sotto le insegne del nuovo solido corso targato D’Agostino. L’avvento dell’imprenditore di Montefalcione ha letteralmente salvato il club biancoverde anche in considerazione della situazione dei successivi scenari di emergenza legati al Coronavirus. In un simile contesto viene da pensare che, con il precedente assetto societario, le difficoltà dell’Unione Sportiva sarebbero aumentate.

Acqua passata, ma il virus continua ad imperversare e, avendo imposto il blocco dei torni, a condizionare anche la vita delle società di calcio che sul piano fiscale già la scorsa settimana avevano incamerato ossigeno dalla Figc e ora si ritrovano a tirare un ulteriore sospiro di sollievo grazie al decreto “Cura Italia” varato ieri dal governo.

In precedenza, in data 11 marzo, per la Serie B e la C la Federcalcio aveva deciso, in deroga al termine perentorio del 16 marzo, di prorogare la scadenza per contributi Inps, ritenute Irpef e Fondo Fine Carriera al 16 aprile. Ora invece l’esecutivo di Giuseppe Conte ha sospeso tutti i termini per gli adempimenti fiscali e previdenziali fino al 31 maggio, data entro la quale – ad oggi – andranno anche pagati gli ultimi stipendi a tesserati e dipendenti in vista dell’iscrizione al prossimo campionato.

Le somme congelate dovranno essere versate, senza la previsione di sanzioni o interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno o mediante rateizzazione – fino ad un massimo di cinque rate mensili di pari importo – a decorrere da giugno.”Il che garantirà ai club un po’ di respiro – ha evidenziato il presidente federale Gabriele Gravina – anche se la stagione arriverà in fondo ci saranno comunque dei danni economici rilevanti per ciascuna società che vedrebbero messa a repentaglio l’iscrizione al prossimo campionato”.

Un risultato non da poco soprattutto per la Lega Pro da mesi in lotta sul fronte della defiscalizzazione, che ha denotato le problematiche in materia tributaria delle società già nella normale quotidianità. A tal proposito, lo scorso 22 dicembre saltò anche la prima giornata di ritorno recuperata un mese dopo.

Ricevuta una risposta sul piano fiscale alla crisi da Covid-19, il presidente Francesco Ghirelli ora punta a definire i termini per portare a termine la stagione. A Firenze si continua a lavorare con la convinzione, come per la Serie A, che il campionato non riprenderà prima di maggio. Convinzione senz’altro blindata dal rinvio a data da destinarsi del Consiglio Federale in calendario il 23 marzo.