Attimi di tensione nel carcere di Ariano Irpino

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Carcere_Ariano_Irpino

A darne notizia Sorice Pellegrino Stefano Responsabile Segreteria GAU UILPA Polizia Penitenziaria.

“Sembrerebbe che nel pomeriggio di ieri un detenuto tunisino, resosi protagonista più volte di atti turbativi dell’ordine e della sicurezza e plurisegnalato agli organi competenti per chiederne il trasferimento in strutture adeguate alla gestione , a seguito dello spostamento di un suo connazionale in altra sezione, anche quest’ultimo autore di criticità, abbia iniziato a creare non pochi problemi arrivando addirittura ad istigare altri detenuti magrebini affinché si autolesionassero per protesta, inscenando una piccola rivolta che ha
costretto il personale di Polizia Penitenziaria a trattenersi in servizio per evitare il peggio.
Stiamo parlando di un detenuto quasi impossibile da gestire con le comuni prassi penitenziarie, che comporta un rischio serio per la sicurezza degli Agenti e degli altri detenuti considerando che è solito armarsi
anche di lamette ed altri oggetti rudimentali atti ad offendere e già autore di molteplici aggressioni a danno dei Poliziotti.

L’intercessione della Direzione e della Comandante del reparto ha consentito comunque il trasferimento del detenuto, dunque il plauso di questa O.S. và a a loro e a tutto il personale che ha dovuto far fronte, anche individualmente , ad ogni evento critico creato dallo stesso.

La C.C. di Ariano Irpino attualmente consta di più di 300 detenuti su una capienza  di 270, un
sovraffollamento già degno di nota aggravato ulteriormente da una sezione inagibile a seguito di rivolta e dunque con una sottocapienza di circa 50 posti.

La cosa che più ci meraviglia è che, nonostante vi sia una effettiva consapevolezza della situazione in essere, continuino ad arrivare detenuti da altri Istituti Penitenziari, congestionando ulteriormente una gestione già
di per sé complicata e minata dal punto di vista della sicurezza. E per di più bisogna considerare che alla pianta organica del Carcere Arianese non è mai stato conteggiato il padiglione nuovo, costruito nel 2014 e di conseguenza il numerico di personale di Polizia Penitenziaria non sarà mai sufficiente a garantire i livelli minimi di sicurezza né la fruizione totale per gli stessi dei diritti
soggettivi. Auspichiamo in provvedimenti seri e risolutivi, ma per ora siamo costantemente a denunciare un disinteresse invariato negli anni che porta gli Agenti di Polizia Penitenziaria ad una rassegnazione per quel che concerne
una totale mancanza di serenità degna dei principi cardine del lavoro e dei conseguenti diritti che non trovano riscontro nella celebrazione della giornata odierna, Primo Maggio, festa dei lavoratori”.