Aste Ok, Woodcock: il patto con Forte e Aprile, un nuovo ramo d’azienda del clan

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AVELLINO- “La capacità di intimidazione, assoggettamento, prevaricazione, la strumentalizzazione del dolore e della disperazione”. Sono gli elementi caratteristici e le accuse durissime che il pm antimafia Henry Jhon Woodcock attribuisce al gruppo dei “Tre Tre”, ricordando anche una frase usata da Armando Aprile, che ha definito il “regista” del patto con il Nuovo Clan Partenio di Pasquale e Nicola Galdieri (quella in cui riferendosi agli esecutati di una procedura dice: hanno comprato la casa con il cappio alla gola) . Nella requisitoria andata avanti per oltre 5 ore davanti al Collegio presieduto dal giudice Roberto Melone nel processo denominato Aste Ok e chiusa con richieste per quasi due secoli di carcere, il pm antimafia usa un’immagine ed evoca Giustino Fortunato per spiegare cosa sia stato l’incontro tra il gruppo Galdieri e quello di Forte e Aprile prima e dopo il 20 febbraio anche di Barone e Formisano. E’ L’ “alta” camorra e la “bassa” camorra, come diceva Giustino Fortunato, che ad un certo punto si sovrappongono e quando la Forte e Aprile comprendono che una fetta del loro mercato puo’ essere messa in crisi da nuovi elementi, allora c’è bisogno della “bassa” camorra, quindi entra in campo Nicola Galdieri. Evocativa anche l’immagine dei protagonisti di questo business delle aste secondo le “vittime”, ovvero gli esecutati: “questi camminano sui cadaveri”. E ricostruisce, smontando anche l’ipotesi che Forte, Aprile, Formisano e Barone potessero essere vittime dei Galdieri attraverso le loro stesse parole, perché ha ricordato Woodcock: “Questo processo è scritto dalle parole degli imputati”.

GLI ESECUTATI SONO VITTIME
“Concludo con le mie richieste questo lungo cammino processuale, questo lungo dibattimento e quando un dibattimento così intenso e serrato, per certi versi anche turbolento dal punto di vista processuale, un po’ come faceva ogni comunità ogni microcomunità dovrebbe essere disciplinata da regole scritte e non scritte, nel lungo cammino di questo processo il rispetto delle regole e stato messo alla prova, ma nulla di nuovo sotto al sole. Vorrei essere sintetico, toccando i punti nodali, come quando uno guarda un bassorilievo. Come quando uno lascia una formina nella sabbia , si rende conto di quanto le questioni siano piuttosto banali. Rileggendo i lunghi verbali di udienza, mi sono reso conto che ci sono tre o quattro questioni, anche quelle a cui si è tentati di dare un valore topico, che in realtà non hanno quel valore topico”. Ed il primo esempio del valore “topico” ad elementi che nell’economia processuale molto probabilmente non lo sono riguarda proprio i “Tre Tre” : “La genesi del nomignolo tre tre, abbiamo dedicato quasi uno studio araldico, ma dico a noi e soprattutto a voi, cosa ci importa della genesi del nomignolo tre tre. Quello che a voi interessa è se nella comunità irpina è in quella degli esecutati e tutto quell’ ambiente che satellitava nelle aste giudiziaria. Il soprannome veniva indicato per identificare se erano quelle persone che imperversavano al terzo piano del Tribunale. Quello che interessa è il fattore ambientale Diceva un famoso giurista che le parti quando discutono altro non fanno che lavorare per un “progetto dei difensori”. E allora la requisitoria si è basata proprio ad elaborare, porre domande retoriche e confutare prima delle stesse arringhe, quelli che possono essere definiti i “progetti dei difensori”. A partire da uno in particolare. Il ruolo degli esecutati. “Utile in realtà in qualche modo e defatigante leggere tutti i verbali di udienza perchè oltre a leggere sempre le stesse cose -ha spiegato Woodcock- in realta’ e utile capire quello che saranno i progetti dei difensori. La prima questione, già posta almeno una trentina di volte : qual è il ruolo e la qualità dal punto di vista processuale da attribuire alle persone offese/testimoni? In questa prospettiva ho numerosi correi, lo dico non a caso, perché ad un certo punto del dibattimento un difensore ha addirittura chiesto la trasmissione degli atti a Roma, perché non era stato interrotto il verbale. Devo dire che 22 giudici e voi stessi non avete interrotto il verbale neppure durante e alla fine dell’escussione dei testimoni, neanche oggi quando avete dichiarato chiusa l’istruttoria dibattimentale e dichiarato validi tutti gli atti. Questi signori sono delle persone offese”.

LA CASA E’ UN BENE FONDAMENTALE: LE VITTIME NON VOLEVANO PERDERLA
Il ragionamento che il pm fa è un ragionamento piuttosto “granitico”, anche per le decine di sentenze che dopo il 2019 e il 2020 ha prodotto la Cassazione sul tema. “Ci riempiamo la bocca con la parola casa- ha spiegato Woodcock- Il diritto all’ abitazione e l’idea e la prospettiva che stasera e oggi pomeriggio ognuno di noi farà ritorno alla propria abitazione con le proprie cose, i propri mobili. Per cui il diritto alla casa è sancito dalle norme Pensate a quella giurisprudenza per cui anche di fronte agli abusi macroscopici non si abbatte nulla. Perché non si demolisce nulla? Perché la casa è un bene fondamentale. Gli avvocati ben conoscono quando descriveranno gli esecutati come quelli che hanno vessato la Forte e Aprile, dove stanno le estorsioni? Perché sono cristiani che non volevano perdere la loro casa”. Per cui alla domanda che si era posto in apertura su quale fosse il ruolo processuale degli esecutati, la risposta e’ stata semplice: “Voglio essere più realista del re- ha continuato il pm antimafia- voglio paradossalmente immaginare che questi soggetti possano aver concorso nel reato di turbata libertà degli incanti, vorrei leggervi quello che ha scritto prevale rispetto a quella della persona informata sui fatti sono pienamente utilizzabili. Le persone offese devono rimanere tali, non perché lo ha detto il Gip o il Riesame, ma perché giustamente avete considerato queste persone come dei testi. Anche se questi signori non dovessero essere ritenuti testi ma come correi, le loro dichiarazioni sono sempre e comunque utilizzabili”.

FORTE E APRILE ORGANIZZATORI E NON VITTIME: IL PATTO TRA I DUE GRUPPI
Abbiamo un’ associazione di stampo camorristico che si accorge dell’esistenza di un business molto lucroso gestito da un altra compagine, da un altro gruppo che per chiarezza espositiva chiameremo dei Tre Tre, che entrano in contatto grazie ai legami di parentela tra Genovese e la Forte e un rapporto di amicizia che affonda le sue radici nella vicinanza tra il fratello della Forte e i Galdieri. C’è una forma di incorporazione, di cooptazione tra il gruppo della Forte e di Aprile, questa incorporazione avviene fra il 2018 e il 2019. Succede che questi signori, preso atto della lucrosita’ stringono un patto, un accordo con i Tre Tre, il termine patto lo usano Livia Forte e Aprile. Sono tante le intercettazioni in cui si parla di accordo. Questi soci, perché lo sono a tutti gli effetti, in alcuni casi giocavano anche su più tavoli diversi. Quello che interessa è che Aprile più volte dice che se uno si impegna a proteggerci deve farlo. cosa succede, che i Galdieri, “se non vengono su Atripalda, non gli do una lira” . Questo era il rapporto estorto ed estoritore? . Ma erano proprio vessati Aprile la Forte e poi Barone. Erano proprio impauriti. Succede che i Galdieri, che sono i capi e promotori di questa associazione, non solo si accorgono della lucrosita’ (facciamo il commercio dice Pasquale Galdieri in una intercettazione ) e trasferiscono il loro know out nel mondo delle aste”.

Il ruolo di Forte e Aprile da partecipi ad organizzatori, sono partecipi con funzioni di direzione sono pietre miliari del pm. Vi è stato una più ampia ed estesa possibilità di esercitare il ruolo della difesa. Questo è il ragionamento che vorrei , se ad un certo punto il Nuovo Clan Partenio comincia ad occuparsi di aste. Se ad un certo punto i Galdieri diventa il business principale, se il capo, (Livia Forte in una lunga conversazione del 26 febbraio parla del capo), ma se viene conferita una delega a due persone, Livia Forte e Aprile, che si interessano al ramo che diventa principale, non c’è un potere di gestione e di direzione e di organizzazione? Se si stabilisce un accordo e Nicola Galdieri stabilisce una percentuale del 33 per cento quando il cliente lo portano loro e il 20 negli altri casi. Se Livia Forte e Aprile sono delegati dal capo il loro e’ un ruolo molto forte di organizzazione e direzione. Proprio uno degli argomenti difensivi la Forte era così potente dal punto di vista economico e non aveva bisogno dei Galdieri. Perchè associarsi ai Galdieri. Ci sono più persone che si mettono a fare dei sopralluoghi, Cerullo, Formisano, ed allora che succede. Ecco che Livia Forte e i Tre Tre hanno bisogno di associati, di consociati. Si sentono in pericolo e si incorporano. Che cosa succede. La Forte ad un certo punto vuoi che Formisano, Barone e la Cerullo allora scatta il tragico sipario del 20 febbraio”. “La evoluzione di questo ramo d’ azienda delle aste e il ruolo fondamentale di Aprile e dei Forte, epigoni della sovrapposizione tra “bassa” e “alta” camorra, dove la soggezione riguarda le attività economiche della comunità irpina. Descrive proprio l’evoluzione della criminalità nella capacità di infiltrazione del tessuto economico”. Tranchant anche il quadro e il profilo di Armando Aprile che viene descritto dal pm antimafia: quello che ha detto di non aver mai avuto rapporti con i Galdieri, in una conversazione del 20 febbraio con la Forte diceva: “Speriamo che viene Nicola, se viene e’ buon segno. Deve mandare uno dei ragazzi, deve mandare a Carletto”. Quella riunione serve per rafforzare il potentato per cui tutti i cittadini esecutati si rivolgevano a Livia Forte. Non solo viene evocata la presenza di Nicola Galdieri ma anche del braccio armato del capo, ovvero dei suoi “bravi” volendo rifarci a Manzoni. La telefonata nella quale Forte e Aprile plaudono all’intervento di Nicola, dicendo che ha fatto bene a schiaffeggiare la Cerullo. Forte e Aprile sono speculari. E nelle conversazioni con la Forte, Aprile dice: il nostro socio i soldi se li sta meritando.. Per il pm antimafia Aprile e’ “il grande regista”. E Woodcock ripete tutte le intercettazioni che evidenziano come sia lui che dice “vendo emozioni e vendo paura”. Nella stessa conversazione Aprile dirà che è socio loro. Lo stesso Aprile, dicendosi consapevole di essersi associato con i Galdieri, ammette in una intercettazione: ma adesso sono estorsioni”.

LA SENTENZA MAFIA CAPITALE
La sentenza scritta per Mafia Capitale, perché quella sentenza è importante perché è molto utile per questo processo. Nel senso contrario. I giudici che hanno annullato la sentenza hanno infatti ritenuto: come facciamo ad immaginare un’ associazione se è finalizzata ai reati di corruzione, visto che si tratta di reati caratterizzati dalla pariteticità. Per cui è difficilmente immaginabile una ipotesi associativa camorristica in cui c’è accordo con questo magma complessivo. In questa vicenda che vi occupa la caratteristica è la contrapposizione alla prepotenza che è evidente, un fatto ambientale. Ancora vogliamo immaginare che uno che viene immaginato prima con il crick era interessato ad un accordo?. Era interessato a riacquistare la casa.
Qualche giorno fa le Sezioni Unite si parla del concorso formale tra turbata libertà degli incanti ed estorsione. Anche paradossalmente a considerarli dei correi hanno reso dichiarazioni contra alios.
Le dichiarazioni delle persone offese hanno un segno inequivocabile. O si dice che sono poco credibili o che erano tutti d’accordo, oppure hanno un segno inequivocabile. Quando Damato e Montone ci sta poco da arrampicarsi sugli specchi, parlando di consulenza e rapporti con le banche, ma se aveva un avvocato, cosa avrebbe potuto risolvere con le banche questo Aprile. Avevano bisogno di riacquistare la casa. E allora? Avrebbero dovuto restare vittima di Aprile e Forte che gli prospettavano di risolvere il problema o che gli assicurava di difenderli. Per Barone e Formisano, la svolta ed il punto nodale del 20 febbraio per Formisano. Woodcock cita una serie di progressivi di intercettazioni per chiedere la riqualificazione dal concorso esterno al ruolo di partecipi al clan. Per entrambi il pm antimafia ha fatto riferimento proprio alla vicenda della denuncia che aveva portato alle indagini nei confronti dei Carabinieri del Nucleo Investigativo (come si sa archiviati) : “Difenditi come vuoi, prendi in giro il pm o il Tribunale, menti, ma se fai andare sotto processo delle persone che lavorano allora non si fa. Questo lo dovete tenere in considerazione”. Il 10 aprile partiranno le arringhe dei difensori.