Aste Ok, nel processo “irrompe” l’inchiesta della Dda sui testimoni accusati di falso e calunnia ai Carabinieri

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L’inchiesta dell’Antimafia sui quattro testimoni del processo Aste Ok accusati di falsa testimonianza e calunnia aggravati dal metodo mafioso irrompe nel processo Aste Ok. Dopo l’annotazione di pg dei militari della Guardia di Finanza del Nucleo Pef di Napoli, che nel 2022 ha ricevuto la delega dalla Dda di Napoli di procedere ad accertamenti per l’ipotesi di calunnia e falsa testimonianza nei confronti di Ciriaco De Nardo e della figlia Caterina e di Marra Daniela. Davanti al collegio presieduto dal giudice Melone il pm antimafia Henry Jhon Woodcock ha chiesto l’acquisizione del decreto di perquisizione e sequestro eseguito il 10 luglio scorso dai militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli nei confronti degli indagati, nel corso del quale sono stati acquisiti anche i dati dei telefonini in uso agli stessi, per verificare eventuali tracce utili alle indagini per calunnia e falso. Una richiesta a cui si sono opposte le difese e sulla quale il collegio della I Sezione Penale del Tribunale di Avellino si è riservato di decidere.

L’INCHIESTA

Il decreto di perquisizione firmato dal pm antimafia Woodcock e dal Procuratore ff Sergio Ferrigno e dall’Aggiunto Rosa Volpe ha anche inquadrato il capo di imputazione provvisoriamente contestato ai tre indagati. I tre, sentiti nell’aula bunker di Poggioreale rispettivamente nelle date del 16 e 30 settembre 2022 e il 28 ottobre 2022 avrebbero incolpato, accusandoli di falso in atto pubblico, violenza privata, abuso in atti d’ufficio i Carabinieri del Nucleo Investigativo (archiviati dall’accusa lo scorso 28 giugno ndr) che li avevano sentiti a sommarie informazioni il 18 e 19 aprile del 2021. Le loro dichiarazioni, per l’ Antimafia, oltre che incolpare i Carabinieri ingiustamente avrebbero favorito il Nuovo Clan Partenio. Il procedimento della Dda nasce dalla trasmissione degli atti del Tribunale di Avellino. Cosi, mentre per i reati a carico dei Carabinieri procedeva la Procura di Avellino (che è giunta all’archiviazione accolta anche dal Gip) per quanto riguarda i testimoni le indagini sono rimaste a Napoli, in primis per una questione di competenza della Dda, visto che si contesta l’agevolazione al Nuovo Clan Partenio (per l’Antimafiaz oltre a perseguire un interesse personale, si deve escludere che in particolare i De Nardo non fossero consapevoli di agevolare in un processo di camorra, anche il presunto clan), ma anche perché le dichiarazioni sono state rese il 16 settembre, il 30 settembre e il 28 ottobre nell’aula bunker di Napoli, quindi anche per una competenza territoriale del luogo dove sarebbe stato compiuto il reato. I militari delle Fiamme Gialle agli ordini del colonnello Volpe e del capitano Andrea Zuppetti hanno eseguito sia escussioni a sommarie informazioni, analisi dei tabulati telefonici e anche intercettazioni. Alla luce della informativa depositata il 7 luglio scorso, qualche giorno dopo sono scattati i sequestri e le perquisizioni ordinate dalla Dda di Napoli. L’indagine e’ ovviamente ancora in corso. Intanto proprio nell’ udienza di oggi, dopo che il luogotentente della Gdf ascoltato in aula ha ricostruito la genesi degli accertamenti patrimoniali su società e indagati nel processo principale, a partire dagli esiti delle perquisizioni eseguite il 14 ottobre 2019, la difesa ha chiesto ed ottenuto che si potesse concedere una fase di studio della mole di atti legata alla nuova inchiesta dell’Antimafia, messa a disposizione delle difese solo da lunedì. Una richiesta che è stata accolta dal Collegio, che ha rinviato la conclusione dell’esame al prossimo 6 settembre.