AVELLINO- Antonio Barone e Gianluca Formisano possono essere ritenuti da concorrenti esterni a partecipi al clan delle aste? Nell’aula Nunziante Scibelli, dove si è celebrata una nuova udienza del processo Aste Ok e’ stato al centro delle discussione tra le parti, già avanzata nella precedente udienza dopo la richiesta del pm antimafia, proprio la querelle legate a questa riqualificazione della contestazione a carico dei due imputati. Il pm antimafia Henry Jhon Woodcock ha depositato una memoria per sostenere che non ci sarebbe nessuna violazione e la richiesta poteva essere accolta dal Tribunale. Non la pensano così invece i difensori. A partire da Claudio Botti, difensore di Antonio Barone: “Noi riteniamo che il Tribunale dia lettura del capo di imputazione, in qualità di concorrenti esterni fornivano uno stabile rilevante contributo. Il pm se aveva questo tipo di perplessità avrebbe dovuto procedere proponendo un capo di imputazione diverso, dal quale sarebbero scaturiti anche diritti da parte delle difese.
Sovrapporre i piani e’ un esercizio di confusione. Siamo di fronte ad una camuffata modifica del capo di imputazione. Non devo spiegare al Tribunale come la condotta del partecipe abbia una connotazione diversa da quella del concorrente esterno. Noi ci siamo difesi per tutto il processo, impostando una difesa ed una lista testi sulla ipotesi del concorso esterno. Vada a rileggere le domande che abbiamo fatto per Barone. E’ evidente come nella valutazione dell’ ambito di un partecipe va individuato quale sia il momento associativo. Non si può dire che non vi sia una violazione del diritto alla difesa. Abbiamo diritto ad impostare un processo che abbia una modifica sostanziale, il pm sa vene e per questo crea questo doppio binario. Insisto nella non adesione della richiesta del pm e il Tribhnale dovrebbe rimettere gli atti alla Procura per la modifica del capo di imputazione”.
Una valutazione che è stata ribadita anche dall’avvocato Caterina Migliaccio, anche lei nel collegio difensivo di Antonio Barone, che ha citato una sentenza recentissima della Cassazione che ha offerto una riorganizzazione delle condotte partecipative e dei principi cristallizzati dalle Sezione Unite. “Non parliamo di diversi reati. Nella memoria il pm ci riporta alla conclusione che si tratti di fattispecie diverse. Abbiamo parlato di modalità di condotte differenti. Una sentenza che cristallizza le due condotte partecipative. Quali sono gli elementi costitutivi. La rilevanza è il sinallagma, ovvero il vantaggio che il Barone ha portato all’associazione. Come ci si può dire che ci siamo difesi da una condotta partecipativa. Cosa dovrà fare il Tribunale, per non incorrere nella sanzione di nullità della sentenza. La difesa non si è difesa da un fatto diverso. Se è emerso dall istruttoria dibattimentale, come ha scritto nella memoria il pm, ma allora aveva il potere di modificarla, non oggi però. Laddove si dovesse ritenere accoglibile, si trasmettano di nuovo gli atti alla Procura”.
Anche la difesa di Gianluca Formisano ha ritenuto violato il proprio diritto, infatti l’avvocato Carlo Taormina si è riannodato al discorso e alle richieste già avanzate dai legali di Barone, per patire da quella che è stata nella memoria depositata dal pm Woodcock una delle cause della diversa qualificazione ovvero il : ” riferimento all’ udienza del 31 gennaio 2024 nella quale si da lettura di uno scenario calunnioso nelle dichiarazioni della Forte in cui riferiva: “Ammetto che tra me e Aprile e Formisano e Barone c’era un patto per cui una volta c’è l aggiudicavamo noi e una volta loro”. In quella sede il pm avrebbe dovuto assumere l’iniziativa. Non è stato fatto. Avremmo avuto tante possibilità di giudizi alternativi e integrazioni probatorie. Il pm non lo ha fatto. Il riferimento e’ al secondo comma dell’art.521 è sicuramente espressione del potere generale del giudice di capire se è successo qualcosa che imponga di stabilire se siamo in presenza dell oggetto della originaria imputazione o un fatto diverso. Questo il problema che dobbiamo affrontare: un pm che si affida al Tribunale per uno scenario diverso. A me sembra assolutamente impossibile ritenere che rispetto alla contestazione si possa pensare: guardate, ci siamo sbagliati tutti”.