Asta Pagliarone, l’Antimafia deposita due filmati e Pascale conferma le accuse

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AVELLINO- Un’udienza molto tesa, come prevedibile, per il processo che si celebra davanti al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Sonia Matarazzo per il procedimento della Dda di Napoli noto come “Asta Pagliarone”.

In aula, dopo l’esame della scorsa udienza e’ tornato una delle parti civili del processo, Gennaro Pascale, agente di commercio e marito di una dei soci insieme a Costantino Giordano e Vito Chiumento della srl che aveva in gestione il locale. Non è stato facile per la presidente Matarazzo evitare che tra le difese e il teste ci fosse qualche attimo di “incomprensione”. Serrato il contreoesame delle difese, soprattutto per evidenziare le incongruenze tra quanto dichiarato in aula e quanto invece riferito nelle sommarie informazioni rese ai Carabinieri del Nucleo Investigativo.

Il processo è quello nato dalle dichiarazioni di Livia Forte e condotto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino. Il processo per l’asta del ristorante Pagliarone è quello a carico di Galdieri Nicola, difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Claudio Davino, Aprile Armando Pompeo, difeso dagli avvocati Alberico Villani e Roberto Saccomanno, Freda Renato, difeso di fiducia dagli avvocati Patrizio Dello Russo e Ferdinando Letizia, Costantino Giordano, difeso dagli avvocati Rocco Antonio Briganti e Gerardo Di Martino che rispondono a vario titolo di di estorsione aggravata dal metodo mafioso e riciclaggio nei confronti degli stessi.

Come si ricorderà il sindaco di Monteforte Irpino Costantino Giordano, e’ accusato di aver concorso insieme al presunto boss del Nuovo Clan Partenio Nicola Galdieri all’imposizione di una quota di 120 mila euro per consentire che l’asta fosse aggiudicata dalla Monteforte Srls.

L’ANTIMAFIA DEPOSITA I FILMATI NEL RISTORANTE CONSEGNATI AI CARABINIERI
Depositata la perizia trascrittiva disposta dal Tribunale su alcune fonie eseguita dal perito Eugenio Giacobbe. L’udienza di oggi era dedicata al controesame del teste Pascale Gennaro, una delle parti civili del processo. Il pm antimafia Anna Frasca, in avvio dell’istruttoria ha chiesto l’acquisizione di due files che si riferiscono ad altrettanti episodi avvenuti all’interno del ristorante “Pagliarone” . Uno dei quali si riferisce al 7 aprile 2019. Per il magistrato antimafia vanno a corroborare i rapporti e la vicenda così come ci ha già rappresentato il teste nella precedente udienza. E ha chiesto di concludere il suo esame con domande a chiarimento dei files di cui aveva sollecitato l’acquisizione.

“Lei il giorno 11 aprile 2019 ha consegnato un file video estrapolato dalle telecamere il 7 aprile 2019 per una lite avvenuta con Giordano Costantino e una pen drive di un episodio del 23 settembre del 2021 e si riferisce ad un video filmato nello stesso locale? “Si, ho consegnato due penne ai Carabinieri”. E il pm ha aggiunto: “Ogni volta che lei aveva una lite con Giordano interveniva qualche altra persona anche successivamente?” La risposta di Pascale e’ stata no. Il discorso è poi caduto anche su un video inerente ad un incontro con Nicola Galdieri. “Sempre dal circuito delle telecamere abbiamo consegnato il video di un incontro per risolvere il problema tra le parti, lui si è presentato con Nicola Galdieri. Io non ero presente, era presente Giuseppe Perrella. E’arrivato prima Nicola Galdieri con un’altra persona e poi Giordano”.

IL CONTROESAME, LA DIFESA PUNTA AI RAPPORTI CON LA FORTE
Ad aprire il controesame di Pascale e’ stato l’avvocato Rocco Briganti, che ha concentrato molto il suo esame sui rapporti tra Pascale e la Forte. Partendo dalla domanda se Forte Livia era presente quando avete discusso e quando avete ricevuto la richiesta di centoventimila euro (quella avvenuta nel luglio del 2017 nel ristorante Its’Ok) “Si'” la risposta del teste. I rapporti con Livia Forte sono continuati anche dopo l’episodio dei centoventimila euro? “Avevo rapporti commerciali, sono rimasti normali”. E qui la difesa di Costantino Giordano, ricevendo anche vari inviti dalla presidente a non reiterare la stessa richiesta, ha puntato molto sul fatto e sulla circostanza se si trattasse solo di rapporti commerciali o anche di frequentazione? “Non sono mai andato a cena insieme”. Ha partecipato alle nozze della figlia? Qui Pascale ha anche puntualizzato in modo stizzito che non era una circostanza veritiera. Nel 2019 ha affidato a Livia Forte e Armando Aprile un incarico per un’asta: “No, nessun incarico”. Il penalista ha fatto riferimento ad un progressivo. La somma che è stata consegnata a Galdieri Nicola: “Ho messo qualcosa in più io”. Lei era a conoscenza o meno del deposito di offerte all asta: “No”. Lei ricorda che l’ importo venne offerto dal legale rappresentato per partecipare all asta. E a conoscenza dell’offerta di Livia Forte? Anche qui la risposta è stata no. L’istruttoria e’ andata avanti con l’esame da parte dell’altro difensore di Costantino Giordano, l’avvocato Gerardo Di Martino, che ha fatto domande rispetto alla composizione del fascicolo e ai due nuovi elementi di prova che sono stati forniti dal pm antimafia. In uno dei due filmati ricorda la data? “Non mi ricordo la data” ha risposto Pascale. Mi conferma che il video è stato consegnato ai Carabinieri il 23 settembre 2021? “Confermo il giorno”. Per quanto tempo la videosorveglianza conserva i video? “Mica faccio il tecnico” ancora una volta molto tesa la risposta del teate. Quanto tempo prima ha fatto estrapolare il filmato? “Una settimana prima, al massimo”. Lo stesso procedimento anche per l altro. “Si”.

Controesame continuato dal penalista Gaetano Aufiero difensore di Galdieri Nicola. Che ha iniziato proprio dalla fase antecedente all’asta incriminata il suo esame del teste. Può riferire al tribunale quando ha saputo che il bene immobile era andato all’asta? “Penso inizio 2017″ ha chiarito Pascale. Ha già detto di averlo saputo dalla curatrice. Può dire al Tribunale dopo quanto tempo dopo che la curatrice parlo” dell immobile all’asta Aprile venne a fare un legittimo sopralluogo al bene? “Non è avvenuto subito”. Nella circostanza della visita di Aprile, dopo quanto tempo lo ha saputo?.
“Nella.stessa.giornata” ha spiegato Pascale. Il primo passaggio su cui la difesa ha messo in evidenza incongruenze tra quanto riferito ai Carabinieri da Pascale e quanto riferito in aula riguarda il ruoli di Armando Aprile nella vicenda e il contatto con la Forte. Il teste ha spiegato che Livia Forte Livia era contrariata con Costantino Giordano per una festa musicale organizzata da una nipote della stessa Forte in concomitanza con una festa al ristorante Its’Ok e gli aveva riferito: non vi lamentate se qualcuno viene a prendersi il bene all’asta. Questo sarebbe stato il motivo dell’astio con Giordano e della stessa partecipazione alla procedura per aggiudicarsi il locale. “Lei era a conoscenza del fatto che Aprile si interessasse di asta insieme alla Forte? ”
“Che fossero soci non lo sapevo..Sapevo che si occupasse delle aste per lavoro” ha spiegato Pascale. E qui Aufiero ha contestato un passaggio della sit resa ai Carabinieri nel dicembre 2021 in cui invece Pascale riferiva di essere a conoscenza che Aprile e Forte erano soci. Testualmente riferiva di “sapere benissimo” questa circostanza e di essersi lamentato con Giordano. Ma Pascale ha chiarito: “In quel momento non sapevo che fossero soci”. E allora il penalista ha incalzato: quando ha saputo che c’era questa società, visto che non ne sapeva dall’inizio? “Dopo ho iniziato a capire, fare tutti i passaggi e ho collegato”. Sempre riferito ad Aprile ha anche chiarito di non aver ricevuto direttamente richieste: “Da Aprile non aveva avuto mai nessuna richiesta ma Costantino Giordano ha ricevuto la richiesta di 120mila euro”.

L’ultima parte del controesame di Aufiero ha riguardato l’incontro dove sarebbe stata avanzata da Nicola Galdieri la richiesta di centoventimila euro ai soci del “Pagliarone”. “Lei subisce un estorsione di 120mila euro: qual era la controfferta? Quale sarebbe stato il vantaggio?
“Che non avrebbero partecipato all asta. Anche in quella circostanza non volevo accettare”. E ha ancora chiarito: “Che quelle persone presenti all asta quella sera non avrebbero partecipato. C’erano quella sera Aprile, Forte e Galdieri”. Ma poi non finisce così, come è noto. Il dubbio sui rapporti con la Forte e’ quello su cui maggiormente insistono le difese. Il penalista Aufiero infatti continua: “Lei incontra Forte Livia e le dice quella famosa frase e poi al ristorante dove le chiede i soldi, lei ha parlato o aveva parlato altre volte dell’asta? Quindi dal 2017 luglio a quando si realizza l’ aggiudicazione dell asta passa meno di un anno, sulla vicenda non è mai più ritornato ? Poi va in Tribunale a partecipare con sua moglie all’ asta e trova la Forte. Nonostante i soldi e l incontro non dice nulla a Forte Livia? Non le ha chiesto nulla?”. Pascale risponde “No”
Si passa poi al discorso relativo alla somma che sarebbe stata consegnata a Nicola Galdieri: “Lei dice di aver consegnato 70mila a Galdieri euro la sua quota era di 23.300, erano stati prelevati da qualche parte?” Chiede il penalista Aufiero. La risposta di Pascale anche in questo caso non soddisfa la parte: “Non mi ricordo dove ho preso i 23.300 euro”.
A casa di Galdieri a che ora siete andati? chiede l’avvocato: “Era tardi, se non sbaglio di domenica. C’era una partita e perché era il giorno del battesimo della figlia di Chiumiento. Andammo insieme a Costantino Giordano e c’era anche il genero che ci accompagno'”. La prossima udienza, nella quale si completerà il controesame del teste da parte dei difensori e’ stata fissata per il 15 novembre.