Antonietta, anni senza giustizia: il nostro dolore monito per i giovani, Gratteri speranza per la verita’

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MERCOGLIANO- L’otto febbraio del 1993 il sovrintendente della Polizia Penitenziaria Pasquale Campanello aveva iniziato la sua giornata come tutte le altre, sveglia all’alba per raggiungere il carcere di Poggioreale, dove c’erano giorni di tensione per le vicende legate al 41 bis. Ma Pasquale ai familiari non aveva mai parlato di minacce particolari. Una mattinata “normale” come ci ha raccontato Antonietta, la vedova del sovrintendente: “era iniziata come una giornata normale- ricorda- avevo mio figlio Armando piccolo, lo prese dalla culla e me lo porto’ a letto perché si era svegliato. Non avevo avuto nessun segnale che potesse impensierirmi”. Quella giornata si chiuderà nel modo più tragico. Alle 17 di quel pomeriggio infatti un commando composto da più persone uccise Pasquale Campanello esplodendogli contro quindici colpi. Da trentadue anni però non ci sono ne’ autori ne’ mandanti di quel delitto. Trentadue anni senza giustizia per Antonietta Oliva e i suoi figli. Questa mattina Antonietta, come fa da anni insieme a “Libera”, ha incontrato gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Mercogliano,alla presenza del sindaco Vittorio D’Alessio e dei rappresentanti di “Libera”. Ci ha raccontato di questo particolare legame con la cittadina dell’hinterland e anche dell’impegno al fianco di Libera, perche’ almeno se non c’e’ riuscito lo Stato, la memoria possa contribuire a dare giustizia a Pasquale Campanello.
Signora Antonietta, quello con Mercogliano e’ stato un legame forte in tutti questi anni, lo ha ricordato anche questa mattina?
“Ho sempre avuto un particolare affetto per Mercogliano. La comunità che mi è stata vicino nell’immediato e negli anni successivi. Quando si è verificata la tragedia ed è arrivato a casa mia il Capo del Dap Nicolò Amato, erano le tre di notte, lui andò all’ Obitorio e non volevano aprire, ma disse: voi dovete aprire, perché devo fare visita ad uno dei miei migliori uomini. Questo mi fece capire che lui si era ben informato sul lavoro di Pasquale. Una persona dice questo. Ci hanno messo quasi cinque anni per riconoscere Pasquale Campanello vittima del dovere. Il Comune di Mercogliano invece già al primo anniversario aveva intitolato il Centro Sociale a Pasquale. Per dire qual è il trattamento che ci è stato riservato”.
Qual è stato il suo messaggio ai ragazzi?
“Ai ragazzi ho detto che continuo per la mia strada perché, nonostante le difficoltà, ho intenzione di andare avanti perché il ricordo rimanga vivo ma anche perché condividere il dolore con i ragazzi e’ diventata una esigenza in questi tempi. Parlo della violenza in generale, al di là del fatto che sia camorra o criminalita’ comune. Perche’ non siamo esenti da questi fenomeni. Una parte di Giustizia a Pasquale gliela rendiamo noi. Questo dolore straziante che ci portiamo addosso perché non succeda più ed i ragazzi lo prendano come un monito”.
Tempo fa il Procuratore Nazionale Antimafia Melillo ha assicurato che le indagini sul delitto di suo marito sarebbero riprese, e’ vero che ha pensato anche al Procuratore Gratteri?
“Questa cosa me la sono detta, vogliamo tentato di smuovere ulteriormente le coscienze. Il Procuratore Gratteri potrebbe essere la nostra ultima speranza. Ma non abbiamo ancora preso contatti. E’ una idea, anche perche’ attendiamo anche che dopo le parole del Procuratore Melillo possano arrivare delle notizie”.