Al Moscati un caso di persona affetta dalla ‘Sindrome di Boerhaave’

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Avellino – Una patologia rara, con manifestazioni cliniche variabili e fuorvianti. Dal 1980 a oggi sono state solo 200 in tutto il mondo le persone colpite dalla Sindrome di Boerhaave, ovvero la rottura spontanea dell’esofago (l’ultimo caso registratosi in Italia è stato quello che ha interessato Adriano Sofri). Nel luglio scorso, è stato riscontrato un caso anche ad Avellino. A essere affetto dalla patologia, un 62enne di Pratola Serra. All’uomo, ricoverato presso l’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati”, il male è stato immediatamente diagnosticato. Sottoposto a un tempestivo intervento chirurgico eseguito dall’équipe del dott. Aldo D’Andrea, responsabile della Struttura semplice di Chirurgia Toracica, il 62enne ha superato il periodo critico post-operatorio, è stato dimesso e oggi versa in buona salute. A causa della rapida insorgenza di complicazioni severe, specialmente della mediastinite, è essenziale, ai fini prognostici e per la semplificazione degli atti operatori, ottenere una pronta diagnosi della sindrome. “Basti pensare – ha spiegato il dott. D’Andrea – che se si interviene entro 10 ore dalla diagnosi, il rischio di mortalità è del 30%; se si interviene dopo 24 ore, il rischio sale al 75% e arriva al 90% se trascorrono 48 ore”. “Questa storia vissuta tra le corsie ospedaliere – sottolinea il dott. Giuseppe Rosato, Direttore Generale dell’Azienda “Moscati” – è una testimonianza di come, anche nel periodo estivo e in un clima vacanziero, l’attività di chi opera nell’ambito ospedaliero non trovi sosta. Oltre a garantire la quotidiana assistenza ai malati, i professionisti della salute sono spesso protagonisti silenziosi di eventi importanti, che meritano di essere resi noti”.

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