Agguato di Quattrograna, ecco l’ “identikit” del sesto uomo

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Scena muta. Come era prevedibile. Nessuno dei cinque, i presunti componenti del “commando” che il 19 ottobre 2021 tentò di uccidere Alessio Romagnuolo sotto casa sua, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Paolo Cassano.

Hanno preferito non parlare, nel corso dell’interrogatorio tenutosi nel carcere di Avellino, dove sono detenuti da martedì scorso. Sono accusati di tentato omicidio in concorso, minaccia aggravata, detenzione e porto abusivo di armi o strumenti atti all’offesa.

Sono finiti dentro grazie alle lunghe e scrupolose indagini condotte dai carabinieri della stazione di Avellino con il supporto tecnico dei colleghi del comando provinciale, coordinate dal Pubblico Ministero della Procura, Vincenzo Toscano.

L’avvocato Alfonso Chieffo, che difende il 37enne atripaldese Cristian Saggese, ha presentato richiesta di riesame. Domani lo farà anche l’avvocato Gerardo Santamaria che assiste il 35enne Sebastiano Sperduto di Avellino, il 29enne Yuri Perrino di Atripalda e Maurizio Di Gaeta, 42enne di Mercogliano. L’altro indagato è Marco Frasca, di Mercogliano, 41 anni: il suo legale difensore è l’avvocato Claudio Mauriello.

Fu proprio Frasca, stando alle indagini, ad espoldere dei colpi di pistola, tre ad altezza uomo, nei confronti di Romagnuolo. Il quale riuscì a farla franca scappando via. I complici, invece, con mazze di ferro e da baseball, circondarono l’abitazione del 26enne.

I cinque, come detto, sono in galera. All’appello ne mancherebbe uno, sarebbe libero il sesto componente del gruppo. Ma i carabinieri sembrano avere tutti gli elementi utili per poterlo inchiodare nelle prossime ore. Sono sulle sue tracce, era a bordo della Seat Ibiza di colore bianco insieme a Maurizio Di Gaeta. Si tratterebbe di uno che non passa inosservato, corporatura robusta, abbastanza palestrato, un po’ come tutti gli altri. Ma, come detto, avrebbe ormai le ore contate.