Clan Sangermano, scagionato dalle accuse Abate: nessuna prova che fosse affiliato

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LIVERI – Nel novembre del 2022 Luigi Abate, un cittadino di Liveri, era stato tratto in arresto nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sul clan Sangermano (di cui è stata accertata l’esistenza nei primi due gradi di giudizio), da qualche giorno, dopo uno “stralcio” e tre anni dal blitz per lui è arrivato il definitivo proscioglimento da ogni accusa. Nel novembre 2022 il GIP del Tribunale di Napoli Fabrizio Finamore aveva firmato un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di una vasta operazione contro il cosiddetto clan Sangermano. Tra i destinatari del provvedimento figurava anche Abate, già fioraio e poi collaboratore scolastico, descritto dagli inquirenti come presunto partecipe dell’organizzazione criminale, con un presunto ruolo nel recupero di crediti e nella commercializzazione di prodotti caseari. Abate ha sempre proclamato la propria innocenza. Assistito dagli avvocati Angelo Pignatelli e Giuseppina Marotta, ha affrontato l’interrogatorio di garanzia ribadendo di non avere alcun legame con ambienti criminali. Il Tribunale del Riesame di Napoli, accogliendo le tesi della difesa, dispose la sua immediata scarcerazione, ritenendo “assolutamente carenti” i gravi indizi di colpevolezza. I giudici evidenziarono come le quattro captazioni telefoniche agli atti dell’inchiesta non dimostrassero alcun contributo concreto di Abate alle attività illecite del presunto sodalizio, ma soltanto conversazioni di carattere generico. Infine, con provvedimento del 13 ottobre 2025, il GIP distrettuale, su richiesta del Pubblico Ministero della Dda di Napoli Sergio Raimondi, ha definitivamente archiviato la posizione di Luigi Abate, ponendo fine a un incubo durato tre anni.