Valle del Sabato, lo studio ISS certifica i rischi: “Irpinia verde a metà”

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Si riporta la nota del dott. Franco Mazza dell’associazione Salviamo la Valle del Sabato, Salviamo la nostra vita:

Il 29 luglio 2021 con Francesco Graziano consegnammo un nutrito dossier sulla situazione ambientale della Valle del Sabato al Procuratore della Repubblica di Avellino Dott. Domenico Airoma. In quella circostanza consegnai anche una nota a firma congiunta del Presidente Regionale di Isde Campania dott. Gaetano Rivezzi e mia in qualità di Presidente della Sezione ISDE di Avellino. Con detta nota chiedevamo al procuratore di avviare anche ad Avellino il lavoro di studio del territorio con l’Istituto Superiore di Sanità che aveva già svolto alla Procura di Napoli Nord. Il Dott. Airoma, che si era insediato ad Avellino da appena 5 mesi, ci ascoltò e ci disse che stava già riflettendo su questa possibilità. Così, il 6 ottobre dello stesso anno, presso la Procura della Repubblica di Avellino, il prof. Brusaferro, presidente dell’ISS, firmava insieme al dott. Airoma il protocollo d’intesa per un accordo di collaborazione professionale. L’accordo poi è stato rifirmato ad aprile del 2024, probabilmente per il cambio al vertice dll’ISS.

Stamattina la conferenza stampa presso il Tribunale di Avellino con i primi dati emersi dallo studio. Cosa è emerso?

Gli 86 comuni della provincia di pertinenza della Procura di Avellino sono stati classificati da 1 a 6 a seconda del rischio ambientale (IRC), 1 rischio basso, 6 rischio alto. La valutazione dello stato di salute della popolazione residente è stata fatta grazie ai dati di mortalità e ricoveri ospedalieri, ricavati da banche dati nazionali in possesso del ISS. Le comunità con indice di rischio comunale (ICR) più alto sono quelle del versante occidentale e maggiormente urbanizzate. Hanno indice 6: Avellino, Atripalda e Solofra. Con indice 5 troviamo tra gli altri: Montoro, Forino, Domicella, Avella, Manocalzati, Montefredane, Moneforte Irpino, San Michele di Serino, Aiello Del Sabato, Montemiletto. Così come già avvenuto per i primi dati del Registro Tumori, se si considera la vastità del territorio e si fa una valutazione complessiva la provincia di Avellino sta meglio di altre province, e ci mancherebbe! Ci sono zone interne con rischi quasi inesistenti e pertanto la media complessiva di patologie correlate a stress ambientali si abbassa. Se però andiamo ad analizzare singole realtà territoriali critiche dal punto di vista ambientale, possiamo trovarci ricadute significative sulla salute di una vasta area della popolazione irpina. Questo sarà il lavoro della seconda fase che metterà a confronto il lavoro svolto con i dati del Registro Tumori e lo si farà su singole realtà comunali per comprendere la correlazione tra l’indice di rischio comunale e specifiche patologie. Nel report vengono descritti eccessi in entrambi i sessi di malattie respiratorie acute sia come causa di decesso che come ospedalizzazioni, eccesso significativo anche di asma bronchiale. A tal proposito il pensiero va subito ai frequenti sforamenti in termini di polveri sottili e alla pessima aria che siamo stati costretti a respirare per molti anni e che in parte ancora continua per i motivi che tante volte abbiamo denunciato. Vi sono segnalati poi eccessi di mortalità per tumore del testicolo e della mammella nei maschi e per leucemia nelle donne. Appare pertanto indispensabile completare lo studio e accendere i riflettori sulle aree definite critiche per comprendere quale rapporto effettivo c’è tra pressione ambientale e malattie. Lo studio presentato stamattina, e fortemente voluto dal dott. Airoma, ha per noi un valore enorme perché certifica che la provincia di Avellino è verde a metà (come ha detto il Procuratore), ci sono aree critiche del territorio che vanno attenzionate perché le pressioni ambientali esistenti sono causa di danni alla salute di una popolazione irpina molto ampia. La sintesi di questi primi risultati preliminari dello studio condotto dall’ISS dimostra, al pari di quanto già avvenuto con lo Studio Spes (fortemente voluto dal direttore dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno dott. Antonio Limone), che la Valle del Sabato è sottoposta a rischi ambientali significativi. Manca l’ultima tappa per capire quale ricaduta c’è su singole fette di popolazione. Auspichiamo che quest’ultima fase sia conclusa al più presto. Ci hanno additato come persone che facevano allarmismo, ci hanno definito in tutti i modi pur di non vedere quello che i ciechi o quelli avevano interessi da proteggere non vedevano. Noi eravamo quelli che volevano far chiudere le fabbriche, quelli che creavano problemi perché poi le aziende non potevano più scaricare i liquami nei fiumi, quelli che non capiscono che “s’è sempe appicciato”, noi eravamo i “Presunti Ambientalisti”! Invece il lavoro della Procura di Avellino e lo Studio Spes ci danno ragione. Quelle che erano nostre preoccupazioni ora hanno una certificazione scientifica. Quindi non eravamo dei pazzi quando per anni abbiamo sollevato questioni, abbiamo denunciato, protestato, raccontato in ogni modo il disagio, l’umiliazione, la sofferenza, il dolore e abbiamo subìto l’insopportabile e sconvolgente scomparsa di persone care.

Grazie dott. Airoma!