Aste Ok, scintille in aula tra Taormina e il pm antimafia Frasca

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“Avete minacciato questo teste di avere delle intercettazioni che lo riguardavano con Formisano?”. E’ una delle domande che l’avvocato Carlo Taormina quasi verso la fine di quattro ore di controesame ha rivolto al luogotenente del Nucleo Investigativo dei Carabinieri che ha condotto le indagini sulla presunta turbativa di aste presso il Tribunale di Avellino, il cosiddetto processo “Aste Ok”. E la domanda a cui il militare ha prontamente risposto escludendo che si fosse mai verificata questa circostanza “Assolutamente no- ha risposto-non ho mai minacciato nessuno”, ha scatenato anche un duro scambio con il pm antimafia in aula, il sostituto procuratore Anna Frasca, che si è opposta alla domanda di Taormina, sollecitando il collegio presieduto dal giudice Roberto Melone sulle circostanze che il penalista e difensore dell’imprenditore Gianluca Formisano aveva sottoposto all’attenzione del teste. Ma sta dicendo che un pubblico ufficiale convoca un testimone e lo minaccia?- ha sottolineato il pm Frasca- deve dirlo in aula il teste che è stato minacciato non è che un difensore può dire ad un pubblico ufficiale che ha minacciato un teste”. Per nulla desistendo dalla circostanza rappresentata e chiesta al sottufficiale dell”Arma, Taormina ha ribadito: verrà verrà. Riferendosi al teste in questione. Un controesame che si prevedeva avrebbe scatenato scintille, quello da parte di Taormina, che non ha certo deluso le aspettative, mettendo a dura prova la “calma” del presidente Roberto Melone, più volte costretto ad intervenire per bloccare le domande in cui si faceva riferimento completo alle intercettazioni, leggendole, tanto che lo stesso penalista ha anche protestato riferendosi al presidente e stigmatizzato il fatto: “Allora lei è prevenuto nei miei confronti e lo ha già dimostrato”. Tanto che lo stesso Melone ha dovuto chiarire: “Lo abbiamo fatto con gli altri e lo facciamo anche con lei”. Il battibecco si è chiuso con Taormina che ha invece fatto presente che “con gli altri non era avvenuto”. Non sono mancate anche opposizioni alle domande del penalista da altri avvocati del collegio difensivo. A partire dal legale del coimputato dello stesso Formisano, il penalista Nicola D’Archi che difende l’avvocato Antonio Barone. Nel merito dell’esame, la linea della difesa di Formisano e’ stata quella di dimostrare che l’imprenditore, piu’ che “socio” del gruppo Aprile- Forte-Galdieri, ne era stato vittima. Una tesi respinta pero’ dal luogotenente dell’Arma. Taormina ha voluto aprire il controesame partendo proprio dalle zona di influenza del Nuovo Clan Partenio. “Senta ha svolto attività di indagine anche in passato su queste vicende, avete individuato una zona di influenza del Clan Partenio?”. Il sottufficiale dell’Arma ha evidenziato quali fossero quelle emerse dalle indagini: “Si. Vari comuni dell Alta Irpinia, Avellino città e Mercogliano. Parliamo della zona di Bagnoli, Montella e Montemarano”.

Taormina ha chiesto, essendo il paese di Serino: “E’ stata interessata solo per una vicenda. Era stato incendiato un escavatore ad un tale…..imprenditore impegnato anche in cantieri altirpini. Nel corso della indagini è emerso che il gruppi si era interessato a comprendere chi avesse agito. Un’ altra vicenda riguarda un furto di camion per cui era stato sollecitato Pasquale Galdieri, che era intervenuto per sapere chi avesse fatto il furto. Si era poi scoperto in un deposito di Cerignola”. Oltre a questi episodi ci sono altri che riguardano Serino? Ha chiesto Taormina: “A parte questi due episodi non ce ne sono altri”. Dopo aver chiesto delle attivita’ svolte dal suo assistito, Taormina e’ entrato nel merito della vicenda processuale: “Può dire della esistenza di intercettazioni telefoniche dirette tra Formisano e i fratelli Galdieri e Dello Russo o Pagano” ha chiesto il penalista. La risposta del luogotenente e’ stata chiara: Dirette no. Nel merito dell’esame, la linea della difesa di Formisano e’ stata quella di dimostrare che l’imprenditore, piu’ che “socio” del gruppo Aprile- Forte-Galdieri, ne era stato vittima. Una tesi respinta pero’ dal luogotenente dell’Arma. Taormina ha voluto aprire il controesame partendo proprio dalle zona di influenza del Nuovo Clan Partenio. “Senta ha svolto attività di indagine anche in passato su queste vicende, avete individuato una zona di influenza del Clan Partenio?”. Il sottufficiale dell’Arma ha evidenziato quali fossero quelle emerse dalle indagini: “Si. Vari comuni dell Alta Irpinia, Avellino città e Mercogliano. Parliamo della zona di Bagnoli, Montella e Montemarano”.
Taormina ha chiesto, essendo il paese di Serino: “E’ stata interessata solo per una vicenda. Era stato incendiato un escavatore ad un tale…..imprenditore impegnato anche in cantieri altirpini. Nel corso della indagini è emerso che il gruppi si era interessato a comprendere chi avesse agito. Un’ altra vicenda riguarda un furto di camion per cui era stato sollecitato Pasquale Galdieri, che era intervenuto per sapere chi avesse fatto il furto. Si era poi scoperto in un deposito di Cerignola”. Oltre a questi episodi ci sono altri che riguardano Serino? Ha chiesto Taormina: “A parte questi due episodi non ce ne sono altri”. Dopo aver chiesto delle attivita’ svolte dal suo assistito, Taormina e’ entrato nel merito della vicenda processuale: “Può dire della esistenza di intercettazioni telefoniche dirette tra Formisano e i fratelli Galdieri e Dello Russo o Pagano” ha chiesto il penalista. La risposta del luogotenente e’ stata chiara: Dirette no. Taormina ha chiesto poi al luogotentente di ricostruire la vicenda avvenuta il 20 febbraio 2019 in casa di Livia Forte, quando Nicola Galdieri aveva schiaffeggiato una delle testimoni del processo Aste Ok convocata insieme all’ingegnere Formisano per un chiarimento. Anche qui la tesi della difesa e’ dimostrare che la donna non fu aggredita a causa dell’asta ma per la sfida nei confronti dello stesso Nicola Galdieri. “Mi sa riferire sui rapporti tra M.C.C, i fratelli Galdieri, Pagano e Genovese Damiano?”: “Emerge dalle sommarie informazioni che conoscesse Dello Russo Carlo. Lei aveva rapporti anche con Valente Carmine, detto Caramella”. Quali erano le ragioni di questa conoscenza ha continuato Taormina: “Lei e’ originaria del comune di Mercogliano”. E in merito a questa vicenda continua: “Lei nell’esame del 19 maggio avrebbe riferito che M.C.C avrebbe a Galdieri di problemi relativi alle aste: quando?: “Emerge da una conversazione in cui Forte Livia parla con Aprile e riferisce di aver saputo da Nicola Galdieri aveva saputo dalla C che altrisi stavano occupando delle aste”. E sulla causa dello schiaffo alla donna Taormina incalza il teste: “Ad un certo punto si fa riferimento alla possibile causale dello schiaffeggio. Vuole dire lei il dato investigativo? Tengo la protezione di Carminuccio Caramella che tengo da vedere, questa la causale?”
“E’ chiaro, questa era la causale. Ma la questione era relativa all asta..”
Sa perfettamente che la situazione della C e il suo confronto con Galdieri, dalla volontà che insieme ad altri avrebbe dovuto prendere il posto di Armando Aprile e Forte Livia?”: “L’affronto è la conseguenza di questa asta e del fatto che Nicola Galdieri dica: alla aste solo Livia Forte. Nel momento in cui lei risponde a Nicola che risponde solo a Valente, questo fa scattare lo schiaffeggiamento”. E continua l’esame: “Le risulta che Formisano accompagnava la C a visionare gli immobili?”. E il luogotentente ha spiegato: “Ricordo che Forte Livia era arrabbiata perché la C si era presentata in qualche casa con il suo nome”.
FORMISANO, VITTIMA O CARNEFICE?
Gianluca Formisano era vittima o complice del gruppo? Su questo punto due passaggi chiave del controesame. Il primo legato ad un’intercettazione ambientale in cui riferendosi al modus operandi di Nicola Galdieri per intervenire sulle aste (ovvero quello di inviare Carlo Dello Russo ed Elpidio Galluccio) Taormina sollecita il testimone ha chiarire: “visto che lei ha più volte citato si fa riferimento ad una persona che qualcuno avrebbe dovuto acchiappare per un orecchio” riferendosi ad una delle intercettazioni. “Si, risponde il luogotentente- si fa riferimento a qualcuno che deve essere acchiappato. Non va lui direttamente o manda Elpidio o Carletto”.
Per Taormina chi doveva essere acchiappato “per le orecchie” era proprio Formisano. Non per il luogotenente: “Per me non è Formisano. Li posso anche spiegare. Qui stiamo parlando del 20 febbraio e abbiamo fatto una ricostruzione sulla.base delle dichiarazioni di Formisano e di Forte Livia che ci hanno fatto riferimento a chi dovesse essere preso per le orecchie”. E Taormina ha replicato: Nonostante per l’acchiappato si faccia riferimento a Formisano voi dite che non è lui? . L’altro riferimento è ad un’ambientale tra Aprile Armando e Modestino Forte. “Si fa riferimento al fatto che a Gianluva devono essere chiesti i soldi e il pagamento dei duemila euro? Rispetto all affermazione secondo la quale Formidano spartiva i soldi come si armonizza?”
“Non si rileva il fatto che debba dare duemila euro più il venti per cento-ha spiegato il luogotentente- Non è interpretata come una estorsione, ma si fa riferimento al fatto che Gianluca ha le spalle larghe”. Taormina insiste: Come si concilia con il fatto che Gianluca si spartiva il ricavato delle aste?
“Aprile fa riferimento al fatto: se diventano soci miei” ha spiegato il luogotentente. E il penalista ha incalzato: “Non si può negare l evidenza”. Per il luogotentente invece il ragionamento è diverso: “Stiamo parlando di una conversazione del 26 febbraio e Forte Livia siamo in una parte iniziale in cui non si fidano. Ho citato varie conversazioni tra marzo e giugno a cui si fa riferimento per sopralluoghi e rapporti in cui si fa riferimento alla circostanza di collaborazione tra Formidano e Aprile e Forte Livia”.
LA REGISTRAZIONE

Altro capitolo di confronto acceso e’ quello che riguarda la registrazione del telefonino fornito nel 2021 dallo stesso Formisano che documentava la consegna di ciqnuemila euro ad un soggetto di Serino che aveva preteso il pagamento di una “penale” da parte dei Galdieri per l’intervento di Formisano e Barone in un’ asta per un immobile di Montefredane. Taormina chiede se ci sono state deleghe e accertamenti, visto che era stata denunciata una vicenda estorsiva: “Abbiamo riscontrato l’ interrogatorio di Formisano, non si trattava di un’estorsione” ha risposto il luogotentente. “E di cosa si trattava, visto che sia importante?” ha continuato il penalista: “Abbiamo messo in evidenza una serie di incongruenze tra Barone e Formisano. Armando Aprile e Modestino parlano in una intercettazone e del fatto che l avvocato non voleva accontentarsi di 15mila euro quando si potevano guadagnare 60- 70 mila euro. In più c’ è il fatto che dalla visione del video si vede chiaramente che Barone da delle indicazioni a Manzo Aniello. Abbiamo anche delle intercettazioni di Barone per cui si diceva che si stavano mettendo in mezzo persone che non c’entravano nulla. Comunque le dico che la prima risposta che abbiamo dato è del 19 gennaio 2021 e l’ interrogatorio era del 16 gennaio 2021”.
Taormina ha continuato: “se una persona fa una denuncia vi sarà un accertamento Investigativo e un percorso che arriva al Gip per l archiviazione”. “Abbiamo comunicato alla Procura a seguito dell interrogatorio” ha chiarito l’investigatore .
La questione poi si è concentrata su eventuali riscontri anche dalle intercettazioni, per cui il luogotentente ha chiarito che ” sono circostanze che sono venute nella nostra conoscenza solo nel febbraio del 2021 e la misura cautelare era stata gia’ eseguita” . In aula si torna il 14 giugno.