Avellino – “Avevamo ritenuto di accogliere l’invito ad evitare polemiche da parte di Franceschini sino all’esito dei ballottaggi. La De Simone, che avrebbe fatto cosa saggia ed utile nel non parlare e nel prendersi un riposo sabbatico di almeno un quinquennio, ha innestato invece una polemica in cui tenta di scaricare le responsabilità del disastro alla Provincia ad un presunto disimpegno di quanti non avevano ritenuto utile la sua ricandidatura”. Parte da questo assunto l’affondo di Lucio Fierro nei confronti della ex presidente di Palazzo Caracciolo e più in generale la sua personale valutazione del risultato elettorale. Un risultato per il quale i numeri parlano chiaro, secondo Fierro: “Il velo che ha ottenebrato gli occhi del gruppo dirigente del Pd irpino dall’indomani del voto politico è caduto. Quelli che sono stati chiamati ‘profeti di sciagure’ e le cui argomentazioni, gli inviti a tentare scelte coraggiose e innovative, oltre che di vera apertura a tutti i potenziali alleati, hanno avuto pienamente ragione. Sta tutto scritto là dentro. E lo rammentiamo anche a chi fa finta di non accorgersene quanto consistente sia stato il nostro contributo al risultato del Pd – incalza, facendo riferimento alla componente bassoliniana – attestato dalle diecimila e passa preferenze per Andrea Cozzolino, primo anche in questa provincia pur non essendo un candidato locale. E’ tutto scritto – prosegue – anche nel contributo alla elezione di tanti sindaci con il significativo risultato di tanti compagni che ci hanno messo la faccia; nell’apporto, attestato dal voto di preferenza riportati, di tanti compagni alla lista comunale del Pd”. In questo senso Fierro lamenta ‘l’ostracisimo’ nel confronti dei “nostri uomini alla battaglia provinciale, che pure erano stati espressi con il consenso democratico dei circoli e poi inopinatamente cancellati. Ciò malgrado, paese per paese, a partire da Lioni, il nostro apporto dato nonostante le condizioni non proprio idonee a dispiegare le nostre energie”.
Dopo lo sfogo l’esponente del Pd passa poi in rassegna le prospettive per il futuro. “Una ri-partenza – così la definisce – che deve emergere da un ragionamento al di fuori del ristretto gruppo dirigente. Che deve essere vero, senza veli o opportunismi. Che serva ad attrezzare in Irpinia una forza politica capace di dare rappresentanza ad un progetto riformista credibile, a dare un rinnovamento radicale della politica, nei suoi contenuti, nei suoi metodi, nei suoi esponenti”. Fierro parla di un ‘sforzo comune’ da porre in essere allo scopo, e avverte: “Bisogna far capire alla società civile di Avellino che è stato recepito il segnale che ci è stato lanciato, che sappiamo che domani nulla potrà essere come prima. Abbiamo bisogno di un sussulto corale. Un rinnovamento vero non potrà mai venirci da destra, il PD ed un rinnovato centro-sinistra tra eguali – conclude – restano l’unica possibilità che abbiamo per impedire che il populismo, l’affarismo e una politica senza valori, dilaghino e blocchino la città di Avellino e le sue energie civili”.
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