“In queste ore apprendiamo con grande preoccupazione e allarme dei nuovi episodi di spari e aggressioni ai danni di due attività di autonoleggio: una nei pressi di Atripalda, l’altra nella zona di via Francesco Tedesco ad Avellino. Da anni denunciamo che questi episodi non sono eventi isolati, ma il segnale di una frattura profonda nel tessuto sociale ed economico della nostra città e della nostra provincia. Sono l’espressione di un clima di paura, di sopraffazione e di illegalità che mina la fiducia collettiva e mette in crisi la libertà di chi fa impresa, di chi sceglie di restare, di chi vuole vivere onestamente del proprio lavoro. C’è una parte autentica e viva di questa città che non si rassegna, che vuole reagire, che vuole alzare la testa e dire con forza che Avellino e la sua provincia non possono essere lasciate in balìa della violenza e del silenzio” – dichiara l’Associazione Libera contro le mafie.
“Ma la denuncia, da sola, non basta più. È tempo di risposte concrete. Le istituzioni, le forze politiche, le associazioni di categoria e le realtà sociali devono unirsi per affrontare insieme quello che sta accadendo. È necessario costruire un’alleanza civica e istituzionale che restituisca fiducia e sicurezza, che apra spazi di partecipazione e che affermi con chiarezza
il valore della legalità come bene comune. Per questo, come rete territoriale di Libera Avellino, abbiamo deciso di chiedere con forza l’istituzione di un tavolo permanente di cooperazione per la legalità e la giustizia sociale, da realizzare insieme alla Prefettura, alla Questura, al Comune di Avellino, alla Diocesi e a Confcommercio. Un tavolo che non sia solo luogo di risposta all’emergenza, ma uno spazio stabile di confronto, analisi e proposta: un laboratorio di corresponsabilità in cui costruire strategie condivise contro l’intimidazione, il racket, l’usura, la solitudine dei commercianti e delle imprese oneste. Un luogo dove istituzioni e società civile possano agire insieme per restituire ai cittadini la fiducia nello Stato e nella comunità, riaffermando che la sicurezza non nasce solo dal controllo, ma dalla giustizia, dalla partecipazione e dalla solidarietà.
Segnalare episodi sospetti, testimoniare, parlare. L’omertà è l’alleata della criminalità. Serve una comunità che non volti lo sguardo altrove, che scelga la trasparenza e la collaborazione come strumenti di difesa comune. Solo così possiamo costruire un territorio più sicuro e una convivenza fondata sul rispetto e sulla legalità.
Solo ricostruendo legami, ricucendo le ferite del tessuto sociale e restituendo dignità al lavoro e alla vita quotidiana potremo dire, con forza, che questa terra non appartiene alla paura ma alla speranza”.