Strage del bus sull’A16, si ritorna in aula.
L’appuntamento è per giovedì 24 settembre presso la speciale location individuata nella Sala Blu dell’ex Carcere Borbonico ad Avellino.
Dopo il primo rinvio dello scorso 16 luglio per difetti di notifica e la lunga sequela di polemiche che caratterizzarono quella mattinata, il gup del Tribunale di Avellino deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio per i 15 imputati individuati dai pm della Procura irpina.
I FATTI – Ad Avellino, presso la speciale aula allestita presso l’ex Carcere Borbonico, hanno preso il via le udienze preliminari per la strage del bus precipitato, il 31 luglio 2013, dal viadotto Acqualonga dell’A16, all’altezza di Monteforte, sulla Napoli Canosa.
Furono quaranta le persone che persero la vita a bordo del pullman che precipitò – dopo aver sfondato il guar rail – per trenta metri prima di impattare rovinosamente nel dirupo sottostante il viadotto.
Il 16 luglio i parenti delle vittime hanno eseguito un sit in pacifico, esponendo croci in memoria dei propri cari fuori la Sala Blu dell’ex Carcere Borbonico, trasformato per l’occasione in aula giudiziaria.
Sono 15 le persone che dovranno comparire davanti al Gup del Tribunale di Avellino Fiore per rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso in atto pubblico e omissione in atti d’ufficio. Tra i principali responsabili il titolare dell’agenzia che noleggiò il bus, Gennaro Lametta e due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli che, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero falsificato la pratica per la revisione del pullman che avrebbe presentato notevoli deficienze nella sua funzionalità.
Tra gli indagati anche i direttori di tronco di Autostrade per l’Italia, che si sono avvicendati nel corso del tempo.
In questi due anni sono stati due i filoni sui quali hanno lavorato i magistrati avellinesi: le pessime condizioni del bus e le carenze strutturali nella barriera autostradale.
Concause che avrebbero determinato l’incidente e provocato la strage.