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Avellino – “I numeri della crisi in Irpinia sono amplificati se possibile dal quadro devastante che permane su tutto il territorio nazionale”. Il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi arriva al capezzale della vertenza Irpinia. Per l’inquilino di viale dell’Astronomia la situazione in provincia di Avellino è drammatica e lo testimoniano le percentuali in aumento relative alla disoccupazione e alla cessazione delle attività. Secondo Squinzi, per lo sviluppo del Paese “… serve una seria politica industriale che si può realizzare solo in presenza di una stabilità del quadro politico”.
All’incontro avellinese hanno preso parte, tra i vari, anche l’ex presidente della Provincia di Avellino e senatore del PdL Cosimo Sibilia, il deputato Pd Luigi Famiglietti, i consiglieri regionali Antonia Ruggiero, Pietro Foglia, Sergio Nappi, Rosetta D’Amelio, l’assessore regionale alle attività produttive Fulvio Martusciello, l’assessore regionale al Turismo e Beni Culturali Pasquale Sommese, la neo presidente dei giovani industriali della Campania Nunzia Petrosino, il presidente dell’Asi Avellino Giulio Belmonte, il presidente dell’Acs Lello De Stefano, il commissario della Provincia di Avellino e presidente del Cnr Raffaele Coppola, il prefetto Umberto Guidato, il questore Maurizio Ficarra, il comandante provinciale dei Carabinieri e delle Fiamme Gialle, Giovanni Adinolfi e Costantino Catalano, il sindaco di Avellino Paolo Foti, i sindaci Farina, Vecchia e Salzarulo, il presidente della Camera di Commercio Costantino Capone, Vincenzo Petruzziello della Cgil, Mario Melchionna della Cisl, Costantino Vassiliadis della Ugl, Simeone della Uil, Giuseppe Zaolino della Fismic, il direttore operativo della Scandone Avellino Marco Aloi, il presidente dell’ordine degli avvocati Benigni, il referente del Coni irpino Giuseppe Saviano.
“Purtroppo non è solo l’Irpinia devastata, anche l’Italia è devastata – ha replicato il presidente Squinzi all’assemblea di Confindustria Avellino – Bisogna veramente mettere mano ai problemi dell’economia reale. Proprio ieri sera è uscita una valutazione del nostro Centro Studi, secondo cui l’instabilità politica potrebbe impattare facendo scendere di un punto percentuale la crescita. Due settimane fa le ultime previsioni del Centro Studi segnavano un +0,7; ritorneremmo un’altra volta a un dato negativo di -0,3% per il 2014. L’instabilità politica impatterà pesantemente sull’andamento dell’economia reale”. Secondo Squinzi, “… la lunga notte della crisi non è ancora finita e qualche segnale di speranza all’orizzonte c’è ma l’instabilità politica potrebbe minare questo ottimismo”.
Per quanto concerne l’attività dell’associazione degli industriali, Squinzi ha ribadito che “… Confindustria si sta preparando a lanciare un nuovo piano di politica industriale per il Paese con particolare attenzione al Mezzogiorno che deve essere parte importante della ripresa economica. L’esperienza ci dice – ha spiegato – che ha resistito meglio alla crisi che ha avuto le spalle più larghe, continuando a innovare, investendo sul capitale umano, cercando nuovi mercati, intensificando la collaborazione con altre imprese e con il proprio territorio. A questi esempi virtuosi dobbiamo guardare, tornando a parlare di politica industriale, per il Mezzogiorno e per l’intero Paese”.
Secondo il numero uno degli industriali, infine, “… è necessario definire con urgenza un quadro stabile di riferimento strategico per tutto il settore industriale, coerente con gli indirizzi della Commissione europea, che affronti questioni strategiche per il futuro dell’industria italiana, come il rilancio degli investimenti, l’innovazione tecnologica, l’accesso ai canali finanziari, la qualificazione del capitale umano, il rapporto tra industria, territorio e ambiente”. (@antopirolo)
(di seguito la video intervista a Squinzi)