Alfredo Picariello – Roma-Venticano. La prima tappa irpina di Vincenzo De Luca dopo il “varo” ed il giuramento del nuovo Governo è proprio l’Irpinia. “Oggi è un giorno importante per il nostro Paese”, dice il Governatore della Regione Campania che, nel suo intervento in provincia di Avellino, spazia dalla politica nazionale a quella regionale, passando per la sanità e toccando i tempi dello sviluppo, motivo per il quale è nella Media Valle del Calore.
“Mi auguro con tutto il cuore – afferma – che ci sia un deciso cambio di passo con il nuovo Governo. Mi aspetto diverse cose. L’Italia ha bisogno di ritrovare serenità, dopo un decennio di tensione, violenza verbale, insulti. Inoltre, spero che la lezione sia servita. L’Italia non si governa con i tweet oppure con i post su facebook. Bisogna lavorare seriamente, giorno dopo giorno, pensando al futuro e non al consenso immediato. Chi ora è al Governo, si metta a lavorare”. La platea di Venticano, fatta di sindaci, amministratori, imprenditori e gente normale, applaude. De Luca, al solito, è in fiume in piena. “Spero che tanti errori vengano cancellati, ad esempio quota 100. Stanno desertificando la Pubblica Amministrazione, è una vergogna. Al nuovo esecutivo chiediamo un piano per il lavoro in grado di assumere 200mila giovani del Sud. O fa questo o, per me, non serve a niente”.
De Luca si mette la medaglia al petto di essere stato colui che è riuscito a bloccare l’autonomia differenziata. “Sarebbe stata la morte del Sud. Come Regione Campania, siamo stati i primi a mettere tutti in guardia. Se l’autonomia serve a sburocratizzare, ben benga. Se serve a creare divisioni e diseguaglianze, allora no. Ma, in ogni caso, credo sia giunto il momento di cominciare a difenderci da soli”.
In precedenza, però, con i giornalisti, De Luca ha glissato sull’esecutivo giallorosso. “Il nuovo Governo? Ma che ce ne importa. Dai, cari ragazzi, siamo seri”. De Luca, poi, non cede neppure alla provocazione di un gioco di parole sul nome del nuovo ministro della Salute Roberto Speranza. “Non c’è una speranza – dice riferendosi alla richiesta avanzata più volte negli ultimi mesi di chiudere la fase di commissariamento della sanità in Campania – c’e’ la certezza di aver raggiunto gli obiettivi che consentono di concludere il commissariamento dopo 10 anni esatti. Non attendiamo favori, ma solo che il governo nazionale si svegli e non ci faccia perdere tempo2.