Un cratere lì dove fino a ieri sorgeva la fabbrica di fuochi pirotecnici di Michele D’Adamo. Una serie di capannoni in blocchi di cemento e lamiera diventati polvere.
Ieri, giovedì 14 marzo, intorno alle 15.30 il forte boato avvertito a distanza di chilometri. Da Gesualdo a Frigento, a Villamania passando per Fontanarosa: tutta la Valle d’Ufita ha tremato.
Sembrava un terremoto, lo dicono tutti i testimoni ancora sgomenti per l’accaduto. Tra di loro il signor Ermanno Dell’Erario e il figlio Vincenzo che, a cento metri da dove è scoppiata la fabbrica, abitano e hanno un enorme vivaio. Oltre al dolore per la perdita di un caro amico e allo shock provocato dall’esplosione, l’abitazione e il vivaio hanno riportato gravi danni.
In casa, porte divelte, calcinacci dei muri a terra e vetri della serra dei fiori rotti, ma nel vivaio la situazione è peggiore perché è a confine con la proprietà di D’Adamo.
Piante e alberi caduti, il terreno è un tappeto di detriti: da bottiglie d’acqua a cartacce. “Potevamo stare qui a lavorare” dice Vincenzo indicando il fabbricato in lamiera dietro il quale è conficcato nel terreno un pilastro balzato via dalla fabbrica.