VIDEO/ Lametta (Gennaro e Ciro), Autostrade e Ceriola: ecco perché hanno causato la strage

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Renato Spiniello – Il 40% resta in seno agli esponenti del VI Tronco di Autostrade per l’Italia, il 30% è attribuito a Gennaro Lametta, il 18% alla funzionaria della Motorizzazione Civile di Napoli Antonietta Ceriola e il 12% al fratello di Gennaro, Ciro, deceduto nel drammatico impatto.

Lo quantifica così, il giudice monocratico del Tribunale di Avellino Luigi Buono, il contributo causale delle condotte colpose degli otto imputati condannati in primo grado per la strage del viadotto Acqualonga, che il 28 luglio del 2013 causò la morte di 40 pellegrini di ritorno da una gita religiosa.

12 gli anni inflitti a Gennaro Lametta per i reati di falso e disastro colposo, otto anni ad Antonietta Ceriola, condannata per aver registrato una revisione fasulla, e tra i 5 e i 6 rispettivamente ai dirigenti di Autostrade Paolo Berti, Michele Renzi, Nicola Spadavecchia, Bruno Gerardi, Gianluca De Franceschi e Gianni Marrone.

Sotto il profilo del grado della colpa, restano le responsabilità maggiori per il titolare dell’agenzia viaggi, reo di aver violato più regole cautelari, tra cui la mancata manutenzione e revisione del bus dato in noleggio alla comitiva di Pozzuoli. Il tutto per motivi strettamente economici, scrive il giudice, che quantifica anche con una spesa tra i 12.000 e i 17.000 euro i costi degli interventi che si sarebbero dovuti effettuare sul bus finito nella scarpata.

Ma il contributo di Lametta è condivisibile con i dipendenti di Aspi, a cui sono state riconosciute le attenuanti in quanto la concessionaria, a mezzo delle sue società assicuratrici, ha provveduto al risarcimento danni nei confronti dei parenti delle vittime. Il loro contributo, tuttavia, ha cagionato, non impedendolo, l’evento disastroso che ha portato alla morte di 40 persone. Con l’adeguata attività di monitoraggio, infatti, si sarebbe verificato facilmente il livello di corrosione dei tirafondi delle barriere autostradali e se ne sarebbe programmata la sostituzione.

Allo stesso modo anche la Ceriola e Ciro Lametta hanno contribuito alla strage. La prima falsificando la revisione, il secondo non fermandosi prima del viadotto Acqualonga quando a più riprese i passeggeri gli avevano segnalato i rumori provenienti dagli organi di trasmissione dell’autobus.

Assolti, invece, l’ex Amministratore Delegato di Autostrade e attuale a.d. di Atlantia Giovanni Castellucci, così come i vertici della concessionaria. “L’evento verificatosi non è riconducibile alla loro condotta omissiva colposa” scrive Buono, lo stesso Castellucci, pur avendo poteri di controllo, in società di così grandi dimensioni, non poteva essere tutto in capo a lui.

Resta tuttavia aperta l’inchiesta-bis portata avanti dalla Procura della Repubblica di Avellino e in particolare dal Procuratore Rosario Cantelmo e dal sostituto Cecilia Annecchini. I primi a muovere le acque sulla tenuta delle barriere autostradali, come definiti in un recente servizio televisivo della nota trasmissione “Le Iene”, in onda su ItaliaUno.

Dal fascicolo d’indagine è emerso che l’ufficio ispettivo territoriale del Mit, Direzione generale per la Vigilanza sulle concessioni autostradali, avrebbe riscontrato in relazione agli anni 2016 e 2017 la sussistenza di “gravi inadempimenti” nella gestione da parte di Autostrade derivanti “dall’inadeguato stato manutentivo dell’infrastruttura e da una carenza delle condizioni di sicurezza in cui verte l’esercizio aziendale”. Lo stesso Ministro Toninelli sul caso ha dichiarato: “Faremo dei sopralluoghi senza fare sconti a nessuno”.