Alfredo Picariello – “Innanzitutto, bisognerebbe sfatare il mito o la fantasia di qualcuno che crede che la propria disciplina sostenga tutto lo sport. Non è così, perché ci sono milioni di sportivi che operano all’interno delle società che danno linfa agli alberghi, ai trasporti, ai ristoranti”. Come sempre, il delegato provinciale del Coni, il professore Giuseppe Saviano, non ha peli sulla lingua. Con lui, che da tantissimi anni ha il polso della situazione, abbiamo provato a capire quello che sta causando il lockdown alle società sportive “minori” della provincia di Avellino.
Il coronavirus, si sa, ha tagliato le gambe allo sport. Basti pensare alle Olimpiadi di Tokyo e all’Europeo di calcio rinviati all’anno prossimo. O ai campionati di tutte le discipline sospesi in ogni angolo del pianeta a parte qualche rara eccezione. Tutto fermo tra l’incertezza di un futuro ancora sconosciuto.
Ma lo sport-business in un modo o in altro si rialzerà animato da interessi economici miliardari. Al contrario c’è lo sport di base, quello dei campetti di provincia e delle palestre di quartiere che si è fermato dopo i primi decreti del Governo e rischia di sparire colpito a morte dagli effetti del Covid-19.
In Irpinia ci sono all’incirca mille società. Di colpo, tutto si è fermato. Fermi gli atleti, i tecnici, i dirigenti, gli arbitri e le federazioni di servizio come, ad esempio, i medici sportivi. L’incertezza per il futuro, come detto, regna sovrana.
Le previsioni degli analisti fanno paura. Secondo un’inchiesta di Marco Iaria, giornalista della Gazzetta dello Sport, esperto di “sport-economy“, è a rischio chiusura un terzo dei centri che si occupano di sport giovanile, dilettante e amatoriale. Con un danno economico e sociale ad oggi incalcolabile.
“Vi sono state delle decisioni, a livello nazionale, che hanno già dato dei segnali di un’attenzione verso le problematiche dello sport. Ma ora il Governo dovrebbe fare qualcosa di più”, sottolinea Saviano. “L’azione del Coni, in questa prima fase, ha conseguito dei risultati a favore dei collaboratori sportivi e dello sport dilettantistico. Proprio per questo motivo, sarebbe necessaria una cabina di regia a livello nazionale guidata dal ministro, chiamando in causa le persone del settore”.
“Il nostro appello va anche alle amministrazioni locali: il nostro auspicio è che l’amministrazione provinciale e le amministrazioni comunali diano una mano alle società sportive e a tutto lo sport. Il Comune di Napoli ha azzerato il versamento delle quote di utilizzo di tutti gli impianti sportivi. In Irpinia, le amministrazioni potrebbero dare un contributo per la sanificazione delle palestre, ad esempio. Sarebbe anche opportuno mettere a posto alcuni impianti desueti, in modo da evitare alla società di trovare difficoltà nel proseguire le loro attività”.
Anche in provincia di Avellino, secondo Saviano, molte società, alla ripresa, rischiano di scomparire. Perciò il delegato provinciale del Coni chiede, sempre alle amministrazioni locali, l’apertura di tavoli di confronto per affrontare, tutti insieme, la situazione, diventata ormai molto difficile.
“Dal canto nostro – conclude Saviano – sono in itinere, da parte del Coni regionale e di tutti i Coni provinciali, proposte concrete e realizzabili a sostegno dello sport”.