VIDEO / La “movida di Festa”, il sindaco multato: “Non so ancora se pagherò. Quella sera ho evitato il peggio”

0
322

Alfredo Picariello – Pacche sulle spalle e battute. Ed incitamenti ad andare avanti. Le immagini della “movida di Festa” di sabato scorso appaiono già un lontano ricordo per molti avellinesi, i quali, appena vedono il primo cittadino, sembrano quasi “approvare” il suo operato. Che, però, gli è stato contestato dalla Questura di Avellino. Ieri mattina gli agenti hanno notificato a Gianluca Festa una multa di 400 euro, che potrebbero ridursi a 280 euro, il 30% in meno come previsto dalla norma in caso di pagamento entro cinque giorni dalla notifica. Multa per non avere indossato la mascherina e per non avere rispettato le norme sul distanziamento sociale, così come a decine di altre persone che sono state identificate.

Il giorno dopo, però, il sindaco non si dice pronto a pagare subito l’ammenda. “Sto valutando, insieme al mio legale. Vogliamo capire i motivi che mi sono stati contestati. In quella vicenda non ho avuto nessun ruolo attivo, non sono stato io a causare gli assembramenti. Se mi venisse contestato il ruolo attivo, per amore di verità dovrò impugnare la multa”.

A mente sempre più fredda, dopo diversi giorni ormai, il primo cittadino non fa nessuna marcia indietro e sembra, anzi, sempre più sereno. “Se c’è un pericolo dinanzi a me, non mi tiro indietro e non valuto le conseguenze. Ho evitato rischi ben più gravi ad un gruppo di ragazzi”.

Al sindaco chiediamo “conto” delle diverse versione dei fatti. Domenica mattina, in un post, Festa parlava di una situazione tranquilla. La sera, sulle varie testate nazionali, affermava l’esatto contario, ovvero di “ragazzi anche un po’ brilli”. “Nel post della mattina io non faccio riferimento a quanto accaduto in via De Concilii, perché non mi sembrava il caso”, afferma.

Nella versione a noi, stamattina, il sindaco parla di una “rissa sventata”. “Ho ancora davanti a me la scena di 30-40 ragazzi che cominciano a ondeggiare e c’è, dunque, un rischio per la pubblica incolumità degli altri. Per cui, sono stato costretto ad intervenire”.