VIDEO/ Il Pd verso il congresso, Ermini: “Pressioni per farlo saltare? A me non sono arrivate”

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Marco Imbimbo – Il Pd irpino prova ad accelerare sul congresso provinciale, dopo i tanti flop che si sono registrati dall’estate in poi. Il commissario David Ermini ha riunito la commissione provinciale per il congresso per stabilire come procedere, soprattutto ripartendo gli 80 delegati per l’Assemblea tra i 4 collegi, individuati sulla base dell’ex Mattarellum. Ad Avellino ne spetteranno 26, mentre 7 sono per Ariano, 24 per il collegio di Atripalda e 23 per quello di Mirabella. Intanto continuano le pressioni da parte di qualche area dem per far saltare il congresso, ma Ermini taglia corto sull’argomento: «Pressioni? Io non le ho sentite. Se qualcuno le ha fatte, a me non sono arrivate».

Presenti all’incontro nella federazione di via Tagliamento, oltre ad Ermini, anche i sub commissari Giuseppe Di Guglielmo e Mario Pagliaro, i componenti Bruno Gambardella, Susi Iannaccone, Gennaro Lepore, Adriana Guerriero e Andrea Festa.

L’incontro è stato principalmente tecnico, come sottolinea lo stesso Ermini: «La commissione per il congresso non si occupa di politica, abbiamo definito i collegi e il numero dei membri dell’Assemblea per le varie circoscrizioni. La politica sarà esercitata dai soggetti che vorranno candidarsi».

Lunedì, invece, andranno presentati i programmi a sostegno dei vari candidati e l’auspicio di Ermini è che «vengano fuori delle linee programmatiche importanti anche perché Avellino va al voto in primavera ed è fondamentale che la nuova classe dirigente provinciale, che dovrà occuparsi del voto nel capoluogo e in altri comuni, abbia un chiaro riferimento programmatico. L’Irpinia è un’area che ha necessità di forti sviluppi, come sui trasporti, la scuola, il lavoro. Temi importanti e fondamentali sui quali dobbiamo accentrare la nostra attenzione».

Un congresso, quello irpino, che andrà a finire quasi a ridosso delle elezioni politiche e, per il Pd, sarebbe auspicabile un’unitarietà all’interno di un partito che, negli ultimi due anni, si è contraddistinto principalmente per gli scontri tra aree. «Sono sempre per l’unitarietà – sottolinea Ermini – ma ciò non vuol dire che non ci possano essere discussioni importanti sui temi più delicati. Poi se le candidature sono unitarie meglio ancora, ma l’importante è che ci sia un forte dibattito sul programma».