VIDEO/ “Tutti sanno che i nostri figli hanno due mamme e non è un problema per nessuno”

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“Io e la mia compagna viviamo in Irpinia da 25 anni, i nostri figli vanno a scuola, tutti sanno che hanno due mamme, che siamo una coppia lesbica e non è un problema per nessuno.”

Giuseppina La Delfa è nata nel nord della Francia nel 1963 da una famiglia siciliana emigrata. Lì ha studiato, lì ha incontrato la sua compagna e lì si è laureata in lingua e letteratura italiana. Nel 1990 si è trasferita in Italia con la sua compagna, Raffaella, e da allora insegna lingua francese all’Università di Salerno.

Ho avuto modo di intervistarla per #OpenIrpinia, la nuova associazione nata nel solco del Pd provinciale con presidente Antonello Losco.

“Ci siamo trasferite in Irpinia 25 anni fa, prima a Serino poi a Santo Stefano del Sole dove attualmente risediamo. Volevamo da sempre dei figli ed a 37 anni ho messo al mondo mia figlia Elisa che ha già spento 13 candeline. Poi è arrivato Andrea che ha tre anni e mezzo ed è stato partorito da Raffaella. Ci siamo recati per la prima figlia in Belgio, poi nata alla Malzoni, per il secondo in Spagna, poi nato al Moscati di Avellino.

Ci siamo sposate in Francia 2 anni fa quando è uscita la legge, abbiamo chiesto al Comune di Santo Stefano di trascrivere il matrimonio ma non sapevano come e cosa fare. Il giudice del Tribunale di Napoli ci ha dato ragione, essendo cittadine francesi il nostro Stato ci ha naturalmente riconosciuto il matrimonio ed il Comune lo ha trascritto. Ora siamo in battaglia per riconoscere la doppia figliazione dei bambini: i nostri figli hanno due madri legali me per l’Italia ancora non è così.”

La professoressa evidenzia la sua opinione sul ddl Cirinnà attualmente in discussione al Senato:

“Questa è una norma molto importante che attendiamo con ansia. Non è certo la legge che le coppie omosessuali volevano, cioè un’estensione del matrimonio civile per tutti, però evidentemente il Pd ed il resto del Parlamento non sono ancora pronti. Ci accontenteremo, se va bene, del Cirinnà che non è una cattiva legge per la tutela della coppia mentre è molto deficitaria rispetto alla tutela dei bambini. La stepchild adoption prevede l’adozione del figlio naturale del partner e basta, una normativa insufficiente perchè i nostri figli sono già nostri figli e non dovremmo adottarli ma riconoscerli allo Stato Civile esattamente come fanno le coppie etero sterili che vanno all’estero o in Italia e procreano grazie a doni dei gameti.

Così dovrebbe essere e così sarà un giorno perchè la nostra battaglia non è finita. Eppure anche questa legge, molto scarsa da questo punto di vista, viene discussa e criticata, qualcuno non vorrebbe neanche darci questo tipo di tutele. Le persone possono non essere d’accordo con le nostre scelte ma non hanno il diritto di giudicare decisioni intime e personali come nessuno può entrare nelle scelte delle coppie sterili che vanno dall’altra parte del mondo per avere un bimbo: lì nessuno mette bocca, anzi viene rispettata ed esaltata questa modalità per realizzare un sogno di vita familiare invece la coppia omosessuale viene vista come il diavolo.”

“Abbiamo sentito questo bisogno umano di avere figli e crescerli – continua La Delfa – ed abbiamo fatto come quelli che hanno avuto difficoltà a procreare naturalmente. La mia prima figlia va a scuola, condivide il suo quotidiano con gli altri ragazzini, tutti sanno che ha due mamme. Eppure nessuno è morto ma si è creata una grande amicizia con gli altri genitori. E’ stato facile vivere insieme perchè quando c’è la trasparenza ci si aiuta a fidarsi, quando si condividono le stesse preoccupazioni del normale vivere quotidiano è tutto più semplice”.

La mamma 53enne sottolinea come non abbia mai avvertito nessun pregiudizio:

“Qualcuno, certo, si è stupito ma, una volta raccontata la nostra storia, si vive bene in paese con tutti. Per quanto riguarda il family day, rispetto il diritto di manifestare anche se è difficile per noi vedere queste persone esprimere odio e disprezzo per le scelte degli altri. Come comunità omosessuale non siamo mai scesi in strada per dire no alle tutele, siamo in una società che diventa più vivibile per tutti se tutti sono tutelati. Noi siamo per la tutela di tutte le minoranze. Spero che si noti questa differenza. Il ddl Cirinnà darà delle risposte in questo senso solo se passa così com’è, con l’articolo 5 relativo alla stepchild adoption, una garanzia per occuparsi dei propri figli sempre, qualunque cosa accada. E’ importantissimo che venga votato.”

“La causa principale del ritardo in tema di diritti rispetto agli altri Paesi europei – conclude La Delfa – è la paura della classe politica italiana di affrontare la questione con serenità. Il Vaticano dice ciò che deve dire, io lo rispetto anche se non lo condivido. Ma i politici che si nascondono dietro alla posizione della Chiesa, per deliberare su una legge che uno Stato civile laico dovrebbe varare, non stanno facendo il loro lavoro. La Chiesa deve fare la Chiesa, lo Stato deve fare lo Stato: i parlamentari sono eletti dal popolo e devono pensare alla tutela di tutti i cittadini e noi siamo cittadini italiani e facciamo il nostro dovere da cittadini.”

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