Avellino – Vertenza latte, il prefetto di Avellino, Paolo Orrei, accogliendo le richieste della Coldiretti, della Cia e dell’Unione provinciale agricoltori, ha convocato i rappresentanti delle associazioni di categoria per un esame congiunto della problematica riguardante la crisi del settore lattiero – caseario. L’appuntamento è per martedì 25 settembre, alle ore 10, presso il Palazzo di Governo. “Attendiamo con fiducia – afferma il direttore della Coldiretti Giuseppe Licursi – di incontrare il prefetto per illustragli la situazione che si è venuta a creare in provincia di Avellino dove di continua a mantenere invariato il prezzo dovuto ai produttori, mentre aumentano in maniera significativa i prezzi dei prodotti lavorati” Secondo la Coldiretti la situazione dipende da un ridotto ingresso in Italia di latte continentale diretto verso nuovi mercati globali. “Tutto questo – spiega Licursi – ha prodotto un’immediata ripercussione sul prezzo del prodotto finito, non giustificato da un proporzionale ristoro per la materia prima fornita dai produttori, che annunciano clamorose iniziative di protesta, se non dovesse essere individuata una giusta soluzione”. La Coldiretti, la Cia e l’Unione provinciale agricoltori, avevano sollecitato nelle scorse settimane l’intervento del prefetto. “Sappiamo che questo tipo di trattative – scrivono in una nota – sono normalmente appannaggio delle associazioni di categoria. Ma in provincia di Avellino, in considerazione della frammentarietà del mondo della trasformazione casearia, si rende necessaria la costituzione di un tavolo istituzionale”. La Coldiretti auspica il raggiungimento di un risultato che tuteli e valorizzi l’intera filiera del prodotto intorno alla quale vi sono anche altre problematiche come l’adeguamento normativo delle aziende nell’ambito della sicurezza e della qualità, la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti, l’ottimizzazione dei cicli lavorativi, la sperimentazione e l’introduzione di tecnologie innovative e a basso costo. La filiera del latte caratterizza in particolare l’Alta Irpinia, la zona del Formicoso, che con i suoi vasti pascoli, rappresenta un territorio tradizionalmente vocato all’allevamento dei bovini e degli ovini.
Redazione Irpinia
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