Vent’anni di Isochimica in cinque ore di udienza: il curatore Gabrieli si difende

0
467

Renato Spiniello – Cinque ore: tanto è durata nell’Aula bunker di Poggioreale l’escussione dell’avvocato Leonida Gabrieli, curatore fallimentare di Isochimica ancora in carica, come lui stesso sottolinea durante la lunga udienza dibattimentale.

L’imputato, nelle cinque ore intervallate da due brevissime pause per consentirgli di fumare “mezza” sigaretta, risponde alle domande del pm Robert Patscot, titolare dell’inchiesta, del Procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, del presidente del collegio giudicante, Sonia Matarazzo, e degli avvocati difensori, tra questi i penalisti Edoardo Volino Carmen Picariello. 

“Li ho tutti in mente” dice Gabrieli incalzato sui quasi venti anni di curatela del fallimento: “Quella di Isochimica – aggiunge – è una vicenda travagliata, sottovaluta e nessuno se ne era fatto carico prima”.

E’ sotto l’amministrazione del compianto sindaco Antonio Di Nunno che Gabrieli inizia l’attività, anche se nelle vesti di curatore si definisce un semplice “finanziatore” per la messa in sicurezza, che spettava invece alla Geisa, ditta incaricata dal Comune, ma anche ad Asl e Arpac.

“Non si può dire che la messa in sicurezza non sia stata fatta – sottolinea Gabrieli – i quasi 500 cubi sono stati cementificati e cosparsi col solvente bicomponente denominato StopWash, una sorta di vernice rossa. Trattamenti che impediscono la dispersione dell’amianto, che può essere rilasciato solo in casi eccezionali, ovvero di rotture nel cemento degli stessi blocchi. Poi è ovvio che le operazioni non sono state completate (soltanto ultimamente, dopo la rimozione del silos, si sta procedendo con la rimozione dei cubi in cemento, ndr)”.

Dopo la Geisa un’altra ditta, la Eurokomet, si propone di bonificare l’area per poi acquistarla, ma tutto è stoppato dall’intervento “a gamba tesa” – come lo definisce Gabrieli – da parte del consorzio Asi, che rivendica la proprietà di quei terreni di Borgo Ferrovia.

L’avvocato, quindi, in qualità di organo esecutore del fallimento, rispedisce al mittente le accuse di mancata vigilanza sulle operazioni di messa in sicurezza e bonifica dell’area. “Non ho le competenze per verificare danni ambientali” ricorda, spiegando di essersi sempre affidato alle verifiche di Asl e Arpac. Ma Gabrieli ne ha anche per Comune (“Non ha mai dato corso alla procedura in danno”) e per l’ingegnere Giuseppe Teodosio, nominato nel 2010 per verificare lo stato effettivo di avanzamento dei lavori della Eurokomet: “Non avrebbe accettato l’unico incarico per indagare sui rischi ambientali”.

Si ritornerà in Aula il prossimo 27 settembre, quando dovranno essere ascoltati l’ex assessore comunale Sergio Barile, Donato Pennetta e altri.