Vallata – Rapina in gioielleria: ladra bloccata dalla titolare

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Vallata – Nella tarda mattinata odierna presso l’oreficeria “Gallo” quattro donne, con la scusa di voler comprare dell’oro, hanno asportato un bracciale del valore di circa 800 euro non coperto da assicurazione. Le donne, in particolare, stavano acquistando un bracciale del valore di 100 euro circa, ma mentre la titolare della gioielleria, F.M. stava compiendo le operazioni di pesatura del prezioso bracciale, una delle due donne rimaste all’interno del negozio, si è allontanata per raggiungere le due complici che immediatamente dopo l’ingresso si erano allontanate dal locale per effettuare “acquisti” sulle bancarelle del mercato settimanale di Vallata. Ad accorgersi dell’ammanco è stata la stessa titolare del negozio che mentre conservava i gioielli che aveva mostrato alle malfattrici, si è accorta che mancava un bracciale. Immediatamente è scattato l’allarme.
I titolari dell’oreficeria hanno subito chiamato due militari della locale Stazione impegnati nei servizi di vigilanza presso il mercato settimanale. I carabinieri, in quel momento impegnati a soccorrere un bambino di 6 anni che, a causa del gran caldo, si era sentito poco bene, lasciatolo nelle mani dei sanitari del 118, hanno seguito il titolare presso l’oreficeria. Nel frattempo la donna è riuscita a chiudere le porte della gioielleria, in modo da non far fuggire l’ultima ladra.
Ai Carabinieri, immediatamente intervenuti non è rimasto altro da fare che dichiarare in arresto la 41enne, M.A, accompagnarla in caserma per le operazioni di rito, sequestrarle alcuni oggetti in oro in suo possesso, di cui non ha saputo dare alcuna giustificazione circa la provenienza, e accompagnarla presso la Casa Circondariale di Bellizzi Irpino, dove il Procuratore Capo di Ariano Irpino Luciano D’Emmanuele e il Sostituto di turno Arturo De Stefano ne hanno disposto l’accompagnamento.
I Carabinieri stanno ora svolgendo indagini su due fronti. Il primo teso a individuare le tre complici, anche se le videocamere a circuito chiuso presenti non erano funzionanti; il secondo ad accertare se le donne abbiano in passato commesso analoghi reati in altre gioiellerie della provincia.

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