Una serata particolare con un grande: Enzo De Luca sindaco

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– di Antonio Porcelli – Paternopoli – “Sono nato in un paese di fronte Calitri, quasi in una discesa vicino Sant’Andrea di Conza. Mi sento vicino umanamente all’Irpinia… a Salerno abbiamo 13mila irpini e tante imprese che lavorano nella nostra città”. Così la premessa di Vincenzo De Luca il primo cittadino di Salerno ospite di rilievo al convegno organizzato dalla locale sezione del Pd di Paternopoli grazie all’infaticabile duo Andrea Forgione – Antonio Petruzzo. Non ha deluso le aspettative il sindaco battagliero, senza fronzoli e mezze misure, riscuotendo applausi a scena aperta anche quando e in particolar modo ha bacchettato il Pd nazionale e il “pulcinellismo” di Napoli con l’ovvio riferimento alla situazione della Regione Campania. De Luca non ha lasciato spazio al politichese affondando come di consuetudine il linguaggio e i contenuti sulla questione morale: “ mi sento concittadino di tutte le persone perbene e considero Napoli un patrimonio dell’Italia intera e dell’Europa, ma son contro il “pulcinellismo” perchè voglio avere gente che di fronte quando esprime la parola…. la parola è d’onore”. Poi ha aggiunto, “ voglio criteri oggettivi sull’erogazione delle risorse e per questo motivo non ho intenzione di fare la questua a Napoli perché son contro il mercato nero delle risorse”. Chiaro, esplicito e senza infingimenti e sul Pd, “mi son sempre candidato da solo e ho vinto nonostante il partito. Il Pd oggi non ha rispetto della gente. Per quanto mi riguarda non voglio correnti, voglio essere uomo libero”. E poi, “il Pd ha messo insieme il peggio della tradizione democristiana e comunista e per questo motivo c’è il correntismo e non c’è il partito. Poi non bisogna dimenticare che in Campania, nella nostra Campania, esiste il più alto numero di tesserati(circa 63mila) e non ho paura di affermare che il Congresso è falso perché il tesseramento è falso. Per questo motivo ho le mie perplessità: il Pd deve diventare un partito serio, un partito che sia in grado di esprimere militanza e non..l’affare perché la gente è disgustata”. Un De Luca come un fiume in piena, tranquillo nelle considerazioni, rigoroso nelle esternazioni ad iniziare dal delicato tema della sicurezza. “Mi è piaciuto Franceschini con la proposta sulla sicurezza….finalmente una prima proposta chiara da un anno a questa parte. Partiamo finalmente dallo stato d’animo del cittadino italiano e non è più accettabile che si deve sempre partire dallo stato d’animo dei romeni e degli albanesi…”. Inflessibile sul reddito di cittadinanza, “occorre liberarci dal parassitismo. Sono molto perplesso sul reddito di cittadinanza. La casa poi bisogna darla ai poveri cristi.” Insomma per De Luca, “la ricreazione è finita. Occorre fare il censimento di tutti perché occorre il linguaggio della verità”. Senza mezze misure il giudizio negativo sul Pd e della sua antica “malattia”, il correntismo. Per il primo cittadino di Salerno, il gruppo dirigente deve venire “dalla terra e non dai salotti. In queste condizioni non ci sono speranze.”. L’unica possibilità per risollevarsi proviene “dalla base. L’ottimismo può provenire dal trasferimento delle energie positive della base in una forza organizzata”. E racconta così che a Salerno, noi “abbiamo spostato il 20% del voto moderato, assumendo la priorità sulla sicurezza e investendo sul lavoro e la battaglia contro la palude burocratica e il suo apparato …che deve essere il contrario di quello regionale”. Sulla regione giudizio completamente negativo anche perché, “non si è aperto un cantiere con i fondi 2007/2013. E poi, “la Regione la deve smettere di essere la Pro Loco della città di Napoli”. Sulla sanità, tra ironia e bordate, ha dichiarato: “occorre una svolta radicale:ci sono primari che non distinguono un cavatappi da un pistone…” Sui convenzionati, le idee sono nette: “ Tutti via per una volta sola, perché occorre una battaglia di civiltà”. Critico ma serio De Luca quando sul suo rivale storico Bassolino afferma: “Ho combattuto da solo la regione, ma oggi esprimo il mio disprezzo per coloro che attaccano Bassolino perché prima nessuno parlava degli errori che commetteva” Sincero su De Mita e sull’Udc, “ dobbiamo seguire con attenzione le evoluzioni del partito di Casini. C’è una parte del mondo cattolico che va seguito e l’Udc rappresenta una parte di un sistema di valori”. E sul rapporto tra il Pd irpino e il leader di Nusco, “…certo che voi dovete soffrire… perché De Mita pesa ancora e dovete avere la capacità di avere rispetto perché ha rappresentato l’identità di un territorio”. Lapidario su Giuseppe De Mita, “ il nipote, lasciamo stare”. Un serata conclusa con una cena al ristorante Megaron con pochi intimi e con gli onnipresenti organizzatori fieri di aver trascorso una serata particolare. Tra leccornie locali e proposte gastronomiche ricercate e ben innaffiate dal vino degli avi, irpino e robusto, non poteva mancare il brindisi. E come al solito l’effervescente Forgione ha invitato al futuro alzando i calici per una speranza da “Governatore della Campania”. De Luca non ha battuto ciglio, anzi ha invitato i pochi presenti a “lavorare di più e rimboccarsi le maniche…per tutti e per le città che devono riscoprire le certezze dei valori e delle idee”. Poi ha concluso, “Non mi piace il termine Governatore…meglio essere uomini di questa terra”. Davvero un piccolo grande uomo, anzi un grande!

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