Una maglietta rossa per fermare “l’emorragia di umanità”: Avellino c’è

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Una maglietta rossa “per fermare l’emorragia di umanità”, un segno a cui deve seguire “la concretezza, l’impegno e le responsabilità”.

L’appello lanciato nei giorni scorsi dal presidente di Libera, don Luigi Ciotti, diventa scudo alla vita.

Don Ciotti aveva invitato ad indossare nella giornata di sabato 7 luglio, una maglietta rossa “per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà”.

Ha risposto con il cuore e con una maglietta rossa anche Avellino. Ieri, davanti alla Chiesa del Rosario, è stato realizzato il sit in che dà voce alla vita, alla difesa di tutte le vite, senza alcuna distinzione.

L’iniziativa, promossa da Libera e Gruppo Abele, Arci, Legambiente, Anpi ha raccolto migliaia di adesioni di associazioni, comitati, scuole, musicisti, giornalisti, scrittori, singoli cittadini.

“Non potevamo non rispondere all’appello di don Luigi Ciotti – ha spiegato Emilia Noviello, coordinatrice di Libera Avellino – la speranza non può essere un reato, lo abbiamo ripetuto infinite volte e soprattutto nelle ultime settimane di insediamento del Governo.

Ad Avellino non abbiamo porti da aprire, ma anche qui da noi ci son tantissimi migranti che fanno fatica ad integrarsi. Noi non possiamo e non vogliamo tirarci indietro, non a caso abbiamo scelto il Maglificio 100Quindici Passi per celebrare, insieme a mediatori culturali e volontari, la Giornata Nazionale del Rifugiato.

Indossare una maglietta rossa è chiaramente un fatto simbolico, ma per noi equivale sostanzialmente a dire che le persone esistono e resistono tutte nelle loro differenze”.