Una folla commossa e composta per l’ultimo saluto a De Vito /FOTO

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Avellino – “Ciao Salverino, grazie grande uomo”. Poche parole rompono il silenzio composto che ha accompagnato l’uscita della bara dal Duomo di Avellino di Salverino De Vito, già Senatore e Ministro della Repubblica del sesto Governo Fanfani.
Una folla commossa gli ha tributato stamane un lungo applauso, salutando così per l’ultima volta l’ex sindaco di Bisaccia, protagonista della storia della Democrazia Cristiana avellinese e nazionale.
Alle solenni esequie hanno partecipato autorevoli esponenti della politica nazionale, su tutti gli ex Senatori DC Nicola Mancino, già vicepresidente del Csm e Ministro dell’Interno, e Ortensio Zecchino, già Ministro dell’Università e della Ricerca, eletti con De Vito a Palazzo Madama nel 1987 e nel 1992.

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Presenti al Duomo di Avellino anche l’ex Guardasigilli Clemente Mastella, i deputati Arturo Iannaccone e Franco De Luca, e poi Giuseppe Gargani, il numero due della Regione Campania Giuseppe De Mita, il sindaco di Avellino Giuseppe Galasso, il consigliere regionale dell’UdC Pietro Foglia, Maurizio Petracca, Angelo D’Amelio, Vincenzo Sirignano, Pino Rosato, Domenico Gambacorta, Mario Sena, Enzo Venezia, Lello De Stefano, Lucio Fierro, Carmine De Blasio, Antonio Gengaro, Antonio Di Nunno, il prefetto di Avellino Ennio Blasco, il questore di Avellino Sergio Bracco, Massimiliano Carullo. A rappresentare il Comune di Bisaccia, paese d’origine di De Vito, il primo cittadino Salvatore Frullone, il vice Daniele Santoli e l’ex sindaco Marcello Arminio.

Una cerimonia sobria quella officiata da don Sergio Melillo, vicario del Vescovo di Avellino, che di De Vito, nel corso dell’omelia, ha voluto ricordare “… l’esperienza singolare di vita sociale e politica, esempio per i giovani, esempio per l’Irpinia e per tutto il Sud”. Così anche Galasso: “De Vito è stato il punto di riferimento per tanti allora giovani che si affacciavano al mondo della politica; è stato un maestro, un modello per tutti. In questi giorni inaugureremo ufficialmente la Città Ospedaliera: è anche merito dell’attività di De Vito nel periodo del post sisma se siamo arrivati a questo punto. Idealmente vi sarà dunque un passaggio di testimone: se ne va un grande personaggio della politica irpina che ci lascia in eredità l’impegno e il sacrificio di una intera vita spesa nella politica e nel sociale e che oggi vede la nascita di un centro medico di eccellenza nazionale”.

“E’ stato un grande personaggio, di valore assoluto – ha riferito Mancino – Si è speso tanto per i giovani generazioni, per il Sud ma non solo. Ha rappresentato al meglio gli interessi dell’Irpinia e dell’Italia. Con De Vito e Ortensio Zecchino abbiamo diviso le gioie e i momenti meno belli degli anni forse più difficili della Dc. Lavoravamo sempre a stretto contatto, ci volevamo bene”.
Zecchino, invece, lo ha ricordato proponendo un aneddoto emblematico della personalità di De Vito: “Andreotti era alla prese con la formazione della squadra di Governo e propose personalmente a De Vito di prendersi in carico il Ministero dell’Interno. De Vito vi rinunciò con altissimo senso di umiltà e responsabilità. Ha rappresentato sempre un punto di forza del gruppo della Dc al Senato. E’ stato sicuramente il più sturziano, mai intaccato da ideologismo astratto ma sempre concreto, con l’unico fine di risollevare le sorti delle comunità”.

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