“I sindaci dei Comuni di Bagnoli Irpino, Castelfranci, Cassano, Frigento, Montella, Nusco, S. Angelo dei Lombardi, Torella dei Lombardi in merito ai considerevoli aumenti della T.A.R.S.U. previsti da “Irpiniambiente” e di fronte alle legittime e generalizzate proteste dei cittadini dei nostri comuni chiedono un incontro urgente al presidente della società provinciale per una verifica dei costi, delle modalità del servizio e della riscossione”. La nota diffusa dai sindaci dell’Alta Irpinia è inequivocabile e fa il paio con la forte presa di posizione degli amministratori del Vallo Lauro di pochi giorni fa. IrpinIAmbiente finisce dunque nuovamente sotto accusa a causa del pavantato aumento dei costi relativ al ciclo dei rifiuti.
Luigi Famiglietti, sindaco di Frigento e membro del direttivo dell’ Anci Campania, suona la carica e accusa a viso aperto la società provinciale dei rifiuti. “Siamo amministratori virtuosi e realizziamo percentuali di differenziata superiori al 50% – evidenzia -, ma abbiamo forti difficoltà a spiegare ai nostri cittadini che per effetto della provincializzazione e del passaggio ad “IrpinIAmbiente” vi sarà un aumento della Tarsu vicino al 100%”. La società provinciale, infatti, attraverso un fax la nuova tariffa agli amministratori da circa 10 giorni fa. Di qui una nuova e vibrante protesta e la necessità di un immediato confronto. “C’è stata una scarsa attenzione da parte del consiglio provinciale – aggiunge Famglietti. Non si sono resi conto del grave aumento dei costi”. Il sindaco annuncia battaglia: “Come Anci ci stiamo facendo sentire anche a livello nazionale per porre fine alla legge che, soltanto in Campania vieta ai sindaci di gestire autonomamente il ciclo, scaricando su di noi le colpe della passata emergenza”.
Famiglietti ne ha anche per IrpiniAmbiente. “E’ vergognosa l’accusa rivolta a noi sindaci. Potremmo tranquillamente informare i cittadini che grazie alla Provincializzazione voluta dal governo Berlusconi oggi è tutto in capo alla Provincia. Ma preferiamo avere un atteggiamento costruttivo”.
L’aumento dei costi per le amministrazioni comunali della provincia irpina sembra essere omogeneo. Fanno eccezione solo alcune grandi realtà, in primis il Comune di Avellino e quello di Atripalda. “Dal Napolicentrismo passiamo all’avellinocentrismo – osserva Famiglietti – . IrpiniAmbiente ha calcolato male le tariffe. Si è diviso infatti il totale dei costi dell’intera provincia per il numero degli abitanti, senza tener conto delle diversità e della diversa efficienza dei Comuni. A tutto questo vanno aggiunte poi le spese relative agli impianti. L’Alta Irpinia subisce il taglio degli ospedali, l’apertura delle discariche ed oggi questo”. La chiosa di Famiglietti è quindi amara: “Il messaggio che si da alle giovani coppie – sottolinea – è che bisogna andare via”.
La protesta dei comuni irpini contro IrpiniAmbiente, intanto, sta coinvolgendo, via via, sempre più realtà amministrative. Alle parole del sindaco di Frigento, infatti, hanno fatto rapidamente eco quelle dell’assessore all’ambiente del comune di Fontanarosa Pasquale Iannuzzo: “Anche il comune di Fontanorosa si unisce agli altri comuni dell’Alta Irpinia nel richiedere un incontro con il presidente di IrpiniAmbiente. E’ necessario porre rimedio agli elevati costi per il servizio rifiuti, soprattutto in questo periodo di grande crisi che coinvolge tutte le nostre famiglie”.