Trieste ricorda l’irpino Giovanni Palatucci: salvò la vita a più di 5mila ebrei

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Alla presenza del Prefetto, Valerio Valenti, del direttore del carcere Ottavio Casarano, della dottoressa Delfina Di Stefano in rappresentanza del Questore Giuseppe Petronzi, del presidente del Consiglio comunale Francesco Panteca e di altre autorità amministrative, militari e civili, questa mattina, all’interno della locale Casa circondariale, è stata deposta una corona alla lapide che ricorda la prigionia nella struttura triestina di Giovanni Palatucci, ultimo Questore italiano di Fiume, “Giusto tra le Nazioni”, “Servo di Dio” e “Medaglia d’oro al Merito Civile”.

Il Cappellano del carcere, Padre Silvio Alaimo, ha benedetto la lapide e la corona ricordando la figura di Palatucci. Nato a Montella nel 1909, Palatucci frequentò il 14/o corso per vice commissario di Pubblica Sicurezza e fu assegnato alla Questura di Genova. A partire dalla promulgazione delle Leggi razziali del 1938, in servizio presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, ricorda una nota, divenne il protettore in particolare degli ebrei, con la cui comunita’ fiumana intratteneva cordiali rapporti di stima e di amicizia.

Palatucci salvò la vita a più di 5 mila ebrei, avviandoli a un campo di raccolta in provincia di Salerno dove era Vescovo uno zio, che li prese sotto la propria protezione. Dopo l’8 settembre 1943 Palatucci rimase da solo a reggere la Questura di Fiume e un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, ma la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Dopo avere trascorso due giorni nella struttura di Trieste, fu tradotto nel campo di sterminio di Dachau dove mori il 10 febbraio 1945, all’età di 36 anni.